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Lavoratori dei call center in piazza a Cagliari per protestare contro un contratto che rischia di riportare indietro di 10 anni le lancette dei diritti: un modesto aumento di 7 euro, una drastica riduzione del 50% delle ore di permesso, la progressiva cancellazione dell'indennità di malattia, la riduzione da 180 a 120 giorni del periodo massimo di assenza per malattia che comporterebbe il licenziamento e la eliminazione degli scatti di anzianità automatici.
Queste sono le dure critiche mosse da Pierpaolo Secchi, coordinatore regionale telecomunicazioni della Uilcom Sardegna, durante la presta in piazza Vittime della Moby Prince, da parte dei dipendenti di CallCenterOne, in concomitanza con lo sciopero nazionale del settore. Il nuovo contratto in discussione riguarda le condizioni lavorative e il futuro di circa duecento impiegati della sede cagliaritana, molti dei quali si sono radunati questa mattina sotto il palazzo dell'Enel - CallCenterOne gestisce i servizi per conto di Enel Energia, Agos e Unisalute - esponendo le bandiere di Cgil, Cisl e Uil insieme a numerosi cartelli di protesta: "Basta trattarci al ribasso", uno dei messaggi.
"La palla ora passa ai grandi committenti - spiega Secchi -. Continueranno a dare in appalto i loro servizi ad aziende che non fanno altro che abbassare il costo del lavoro? Cosa farà ora Wind3, considerato quanto previsto dall'art.53 del contratto nazionale di lavoro? Come si comporterà Enel: terrà fede ai valori e ai pilastri dell'etica aziendale anche nel mondo degli appalti? E Poste Italiane, terrà in considerazione il proprio regolamento etico gare e contratti?".
Secondo la Uilcom, il nuovo contratto sottoscritto dall'associazione datoriale Assocontact (della quale fa parte CallCenterOne), "con un sindacato non rappresentativo, la Cisal, aggira le norme sul controllo a distanza e sostituisce la contrattazione sindacale con un comitato di lavoratori, ma soprattutto elimina la clausola sociale, ultimo baluardo di una continuità lavorativa che, in caso di cambio d'appalto, non garantirà più né la territorialità delle commesse e neppure la stessa retribuzione".
Un importante incontro con il Ministero è previsto per il prossimo 12 febbraio.