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Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria. Oggi, precariamente, nei nostri cellulari. Cosa succederebbe se questi aggeggi infernali si mettessero a parlare?
Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità -innocuo quantunque malizioso- mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Attraverso un viaggio sulla vertiginosa giostra delle passioni, metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profonda e l'apparente-innocente divertimento del gioco sfocerà in un'amara resa dei conti.
Paolo Genovese realizza l'adattamento teatrale del suo omonimo, fortunato e pluripremiato film (David di Donatello e Nastro d'Argento, Globo d'Oro e Ciak d'Oro come miglior film, oltre ai numerosi remakes e alle trasposizioni in varie lingue nei diversi Paesi del mondo, dall'Europa all'Estremo Oriente) e porta in scena un'intrigante commedia sull'amore e sull'amicizia nell'era dei social media. Protagonisti Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Paolo Briguglia, Paolo Calabresi, Lorenza Indovina e Valeria Solarino (scene di Luigi Ferrigno, costumi di Grazia Materia e disegno luci di Fabrizio Lucci).
Lo spettacolo chiude il vasto, affascinante e poliedrico calendario de "La Grande Prosa 2024/2025", firmato CeDAC Sardegna (con il patrocinio e il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari e del Comune di Sassari, e della Fondazione di Sardegna) e va in scena da mercoledì 9 fino a domenica 13 aprile al Teatro Massimo di Cagliari e lunedì 14 aprile al Teatro Comunale di Sassari.
La pièce - segnante il debutto teatrale di Genovese (già firmatario di pellicole di successo, dagli esordi con “Incantesimo Napoletano” a “Immaturi”, “Una famiglia perfetta” e “Tutta colpa di Freud”, ai più recenti “Supereroi”, “Il primo giorno della mia vita” e “Follemente”) - racconta una tranquilla cena tra amici che si trasforma in un pericoloso gioco della verità, quando viene accettata, con qualche esitazione, la proposta di mettere sul tavolo i rispettivi telefoni cellulari, rendendo così pubblica la parte più intima e nascosta dell'esistenza di ciascuno.
Consacrando il cellulare come specchio dell'anima (o, magari, diario privato) i protagonisti, quattro coppie che si frequentano da tempo, scoprono così di non conoscersi davvero, come se fossero "perfetti sconosciuti", e le complicate relazioni reali e virtuali emergono suscitando imbarazzo quando non addirittura vere e proprie crisi coniugali, con tanto di finale a sorpresa.
“Perfetti Sconosciuti” mette in scena un esperimento sociale dagli esiti imprevedibili, affrontando temi come la privacy e il rispetto reciproco, la fedeltà e i tradimenti, gli inganni e perfino la necessità di preservare una parte di sé: sotto l'apparenza di un innocuo divertissement si cela invece la complessità dell'esistenza umana, i personaggi sono costretti a confrontarsi con le proprie incertezze e paure, mostrando la propria fragilità.
Una commedia contemporanea, che indaga le contraddizioni dell'animo umano, e anche il rapporto con le nuove tecnologie, oltre a una certa disinvoltura sentimentale (sempre esistita, ma ora per certi versi facilitata dai nuovi strumenti salvo "incidenti" e imprevisti come un gioco di società che diventa una sorta di giudizio universale).
Nella civiltà dell'apparire, si tende a costruire la propria immagine attraverso i social media, in una narrazione visiva di forte impatto, cercando di conquistare consenso e quindi gratificanti “likes”: se nell'estrema vulnerabilità dell'adolescenza meccanismi psicologici come la necessità di “mimetizzarsi”, di appartenere o al contrario di distinguersi dal gruppo possono produrre effetti devastanti, talvolta con esiti tragici, la presunta maturità degli adulti non protegge le persone più sensibili e neppure quelle apparentemente più forti e equilibrate dalle risonanze, positive o negative, della “visibilità”.
Come mai la commedia ha riscosso il tutto esaurito in quasi tutte le repliche, insulari e peninsulari? Forse, perché ci dà la possibilità di assistere -riparati "al sicuro" della quarta parete teatrale- cosa potrebbe succedere, nella realtà... a noi!
Che messaggio ci lascia Perfetti Sconosciuti? Da un lato, un invito all'onestà e all'accettazione della realtà, che non sempre possiamo controllare.
"Bisogna imparare a lasciarsi nella vita" dice Carlotta a Lele. Una coppia sposata da anni, una coppia che sembra in dirittura d'arrivo, una coppia stanca. Cercano di trovare un equilibrio in un, non raro, ménage familiare, con tanto di suocera, come coinquilina, a carico.
Non ci riescono e non riescono neanche ad ammetterlo a loro stessi; vivono sotto lo stesso tetto, condividono la loro quotidianità e null'altro. Si sono persi, si sono difesi, mascherati e chiusi, ciascuno, nel proprio mondo interno, dove albergano solitudine e sotterfugi, rabbia e finzione, pur apparendo -ai loro amici- come una coppia serena, felice, come tante altre.
Impossibile (...per i più appassionati) non cogliere un riferimento alla canzone "Imparare ad amarsi", portata a Sanremo 2018 da Ornella Vanoni, Pacifico e Antonio Bungaro -autore anche del brano "Perfetti sconosciuti", affidato alla superba voce di Fiorella Mannoia che chiude la commedia.
E, dall'altro lato, un monito a non trasporre eccessivamente la vita nei telefonini, finendo con diventarne dipendenti e ricattabili. "Perché siamo fragili, tutti, chi più chi meno. In questo momento non siamo più di noi stessi, questa è la nostra scatola nera. Ci abbiamo messo tutto... forse troppo" - conclude Rocco rivolgendosi alla moglie e al pubblico tutto - " ecco qua [il cellulare, ndr], non c'è il pin, io non ho nulla da nascondere".
Dopo applausi che sembrano interminabili, il teatro comincia a svuotarsi ed il pubblico della Città del Sole si appresta a godersi un sabato sera di primavera mentre un'eco nella testa (dei suddetti Bungaro e Mannoia) fa riflettere che, forse "doveva andare tutto così, anche se adesso ci troviamo qui, sulla stessa strada, dopo una vita già spesa. Quando i silenzi si mettevano tra noi e ognuno andava per i fatti suoi come perfetti sconosciuti".
E noi? Beh, noi siamo stati sempre qui, a innamoraci ogni giorno di più di questa vita vera, che ci ricorda ancora... che quando si ama non si perde mai!