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La questione dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che colpisce sempre più persone anche in Sardegna, viene affrontata dalla Regione, considerando le gravi implicazioni sia sociali che psicologiche.
L'assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha recentemente presentato una delibera in Giunta che istituisce specifici servizi sanitari e un percorso completo a livello diagnostico, terapeutico e assistenziale per affrontare questa problematica. “La Regione finalmente colma un vuoto importante e struttura un percorso completo, dalla diagnosi all’assistenza, che verrà realizzato dalle asl entro i prossimi sei mesi, per quello che è considerato ‘il male del secolo’”, annuncia il titolare della Sanità.
“I disturbi della nutrizione sono patologie complesse caratterizzate da un comportamento alimentare disfunzionale, in forte aumento negli ultimi decenni. Per le loro specificità, associate spesso a problematiche di tipo psichico, biologico, familiare, socioculturale, possono dirsi un male del secolo, più subdolo di altri perché spesso nascosto ma non meno dannoso”, specifica infatti l’assessore, che poi aggiunge: “I Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono un vero e proprio problema di salute pubblica e pertanto richiedono specifici protocolli e trattamenti multidisciplinari”. Ed è proprio su questo fronte che si è attivato l’Assessorato.
L'istituzione di un Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) a livello regionale è essenziale per stabilire un modello di riferimento uniforme nel sistema sociosanitario regionale al fine di garantire coerenza e continuità nell'assistenza sanitaria su tutto il territorio. Questo obiettivo sta prendendo forma con il supporto del Fondo DNA 2022-23 e del piano biennale sulle patologie legate alla nutrizione e all'alimentazione. Grazie all'iniziativa dell'esecutivo regionale, alcune parti specifiche di questo percorso stanno finalmente vedendo la luce.
“Il Percorso Diagnostico Terapeutico e assistenziale è stato predisposto attraverso un tavolo tecnico di confronto con le aziende sanitarie, le aziende ospedaliero universitarie, l’Arnas Brotzu, le società scientifiche e le associazioni di settore, che hanno supportato la Direzione Generale della Sanità nella definizione del modello di riferimento diagnostico-terapeutico”, spiega ancora l’assessore.
“Dopo l’approvazione del PDTA, sarà ora compito della Direzione generale della Sanità, con il supporto del Tavolo tecnico regionale, monitorare l’applicazione delle linee guida in ciascun contesto territoriale entro i prossimi sei mesi”, conclude Bartolazzi.