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Si è svolto questa mattina all'ospedale Brotzu di Cagliari l'evento "La minaccia cibernetica al settore sanitario", organizzato da Ares Sardegna alla presenza della vice direttrice generale dell'Agenzia per Cybersicurezza Nazionale Nunzia Ciardi e di molti esperti del settore.
"I dati sanitari rappresentano un patrimonio estremamente delicato e appetibile per soggetti esterni. L'accesso non autorizzato a queste informazioni può avere conseguenze gravi, non solo sul piano della privacy, ma anche dal punto di vista economico e sociale. - ha detto la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde -. Il rischio che queste informazioni vengano utilizzate per scopi commerciali o per discriminazioni in ambito lavorativo è concreto e deve essere affrontato con la massima serietà".
Nel suo saluto istituzionale ha voluto sottolineare come "la cybersicurezza è un tema che coinvolge tutti e lo sarà sempre di più vista la digitalizzazione che stiamo portando avanti in tutti i servizi regionali: non possiamo pensare di essere una regione moderna se non riusciamo a proteggerci da questo punto di vista", ha garantito.
Nel corso del suo intervento, la presidente ha espresso la sua gratitudine verso gli organizzatori e tutti i numerosi partecipanti presenti in un'aula affollata, "L'importante iniziativa non solo per capire le minacce cibernetiche ma anche per far capire il ruolo delle persone che hanno in mano i dati dei cittadini utenti dei servizi sanitari. Se facessimo un sondaggio anche tra di noi - ha proseguito Todde - verrebbe fuori una bassa consapevolezza sui rischi di cybersicurezza perché sembrano distanti da noi, anche tra coloro che quotidianamente gestiscono informazioni sensibili. I recenti attacchi informatici che hanno colpito enti locali e aziende sanitarie, come il caso del Comune di Sorso bloccato per giorni da un ransomware (un software che blocca l'accesso ai dati e viene sbloccato da criminali dopo il pagamento di un riscatto, ndr), dimostrano quanto sia urgente rafforzare la sicurezza dei sistemi digitali".
La governatrice ha infine sottolineato come la Regione "sta lavorando per innalzare i livelli di sicurezza e promuovere una maggiore consapevolezza tra i dipendenti pubblici. Spesso, infatti, le violazioni partono da errori umani o da comportamenti poco attenti, come l'utilizzo di password deboli o la scarsa protezione degli accessi ai sistemi informatici. È fondamentale che chiunque operi all'interno delle strutture sanitarie e amministrative acquisisca maggiore sensibilità su questi aspetti".
Durante l'evento, l'assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha sottolineato come "per garantire i dati sanitari dei cittadini sardi sia necessario un grosso investimento per un linguaggio informatico e una cultura unica all'interno della Regione".
"Come medico nella mia esperienza è ormai da dieci anni che sono consapevole dell'importanza dei big data, ancor di più nel sistema sanitario", ha esordito Bartolazzi. "Pensare alla situazione drammatica che potrebbero subire i pazienti, come i malati oncologici, nel caso in cui i loro referti diagnostici vengano violati da attacchi hacker mette i brividi", ha evidenziato l'assessore.
"Un piano di prevenzione dei rischi - ha poi sottolineato - deve partire da alcuni punti fondamentali: uniformare i linguaggi informatici, lavorare sui programmi di software che spesso hanno licenze che scadono prima delle grandi apparecchiature come le Tac e ridurre i punti di attacco limitando le consulenze esterne".
"Gli attacchi informatici alla sanità sono aumentati del 50% in soli sei mesi, rendendo questo settore il più colpito al mondo". Si tratta dell'allarme lanciato dalla vicedirettrice dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale Nunzia Ciardi, intervenuta alla tavola rotonda a Cagliari all'Arnas Brotzu insieme alla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde -. Non è un gioco: è un'arma letale che minaccia le nostre infrastrutture più delicate - ha spiegato - Non si tratta solo di dati rubati, ma di vite a rischio. Ospedali paralizzati, pazienti oncologici costretti a rinviare cure salvavita, medici che tornano a carta e penna per gestire le emergenze".
"Mentre i criminali incassano milioni di dollari in riscatti, ancora fatichiamo a comprendere che la sicurezza informatica non è solo una questione tecnologica, ma di sopravvivenza - ha sottolineato ancora Ciardi - Proteggere i dati significa proteggere le persone. La cybersicurezza è una responsabilità collettiva: serve uno sforzo condiviso. Impariamo a tutelare i nostri dati: da singoli, da aziende, da istituzioni"