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Con un comunicato USB Sanità annuncia un presidio e una conferenza stampa programmate per il 21 gennaio presso il Consiglio Regionale, in via Roma a Cagliari. L'iniziativa, fa sapere USB Sanità, è indetta con l'obiettivo di richiedere un intervento immediato da parte delle istituzioni affinché presso la ASL di Cagliari venga attivata la procedura di stabilizzazione degli Operatori Socio Sanitari (OSS), attualmente afflitti da una situazione di drammatica precarietà. "Ad oggi, circa 50 OSS con significativa esperienza al servizio della ASL 8 di Cagliari si trovano privi di occupazione e altri sono in procinto di essere rimandati a casa - si legge -. È inaccettabile che servizi essenziali, prestati da questi professionisti con impegno e dedizione durante l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, non siano stati riconosciuti tramite provvedimenti di stabilizzazione, nonostante abbiano maturato i requisiti previsti dalla normativa vigente. La loro professionalità ha rappresentato un baluardo per il sistema sanitario locale eppure ora si ritrovano a vivere nell’incertezza".
"Negli ultimi mesi, gli appelli rivolti ai massimi livelli regionali, comprese le richieste alle Presidenti della Commissione Lavoro e della Sanità della RAS, alla ASL e all'Azienda Regionale della Salute (ARES), sono stati ignorati - fa sapere il sindacato -, privando così questi operatori dei diritti fondamentali e della dignità che meritano. Tale comportamento denota un atteggiamento di totale abbandono nei confronti di chi ha dato tutto per il bene della comunità. Questo non solo compromette il futuro lavorativo degli OSS, ma mina anche la qualità dell’assistenza sanitaria offerta alla popolazione. USB Sanità ribadisce che è inaccettabile vedere questi operatori rimanere invisibili nel contesto lavorativo, dopo aver messo a rischio la propria salute e quella delle loro famiglie per garantire supporto alla comunità. Le storie di questi OSS parlano di sacrifici e impegno: hanno dedicato anni di servizio con passione e competenza, e non meritano di vedere vanificati i loro sforzi".
"È fondamentale che i dirigenti locali comprendano che la stabilizzazione degli OSS non è solo un atto dovuto verso chi ha servito la comunità, ma un passo necessario per garantire un servizio sanitario di qualità per tutti i cittadini - aggiunge -. La nostra posizione è chiara: continueremo a combattere al fianco di questi professionisti fino a quando il diritto al lavoro e la dignità degli OSS non saranno garantiti. Invitiamo tutti a partecipare al presidio, affinché le nostre voci possano essere udite e giustizia sia fatta. È tempo di agire, di far sentire la nostra voce e di restituire a questi operatori il ruolo e il riconoscimento che meritano. La lotta per la stabilizzazione degli OSS è una battaglia contro l'indifferenza di un sistema che sembra aver dimenticato il valore di chi opera nelle aree più vulnerabili della sanità. La pandemia ha messo in luce l'importanza cruciale di questi professionisti, ma la risposta delle istituzioni è stata inadeguata e deludente".
"L'assenza di un piano per la loro stabilizzazione è un segnale preoccupante sullo stato della nostra sanità pubblica. La stabilizzazione degli OSS è dunque una questione di giustizia sociale. Non si tratta solo di garantire un posto di lavoro, ma di assicurare che il sistema sanitario continui a funzionare efficacemente, sostenuto da professionisti motivati e preparati. L'assistenza di qualità non può prescindere dalla dignità e dalla sicurezza lavorativa di chi la fornisce. USB Sanità è determinata a mobilitare tutte le forze necessarie per promuovere questa causa, coinvolgendo non solo i diretti interessati, ma anche la comunità nel suo complesso. Il 21 gennaio è un giorno importante, chiediamo a tutti di unirsi a noi in questa lotta, affinché insieme possiamo costruire un futuro migliore per gli OSS e per il nostro sistema sanitario", conclude.