Caso Funtanazza, Camilla Soru non ci sta e sui social (in un lungo post), commenta: “In questi anni mi è capitato spesso, anzi spessissimo, di fare i conti con certe brutture lette sul conto di mio padre. Ho imparato che cedere alle provocazioni non paga mai. Meglio ignorare elegantemente. Ma quando vedo accostato al suo nome l’aggettivo “bugiardo” allora l’eleganza va a farsi benedire”.

La consigliera comunale di Cagliari, tra le fila del Pd, sente il dovere di chiarire alcuni punti e scrive: “Recentemente qualcuno ha scritto che “Il caso Funtanazza dimostra ciò che Soru è stato: banalmente, un equivoco. Un equivoco perché pare contraddittorio che lo stesso uomo che ha lottato per un piano paesaggistico che tutelasse le coste sia lo stesso che porta avanti un progetto di recupero della ex colonia Sartori. Contraddittorio in realtà solo se non si conoscono i fatti. E allora io i fatti ve li voglio raccontare. Perché possiate poi trarre le vostre conclusioni.

Nell’impietoso pezzo, il giornalista reputa Soru un bugiardo perché ha dichiarato in un’intervista su Il Manifesto che quando ha acquistato Funtanazza “Ero lontano dalla politica, la mia candidatura a governatore non esisteva, neppure come ipotesi”. “Balla colossale” dice il giornalista “perché nel novembre del 2003 quando acquista l’ex colonia Soru è già da qualche mese in piena campagna elettorale per le elezioni regionali”

È vero? Certo. Il contratto definitivo è stato firmato nel novembre del 2003 – scrive Camilla Soru - in effetti, ma dopo un percorso durato più di un anno. Il contratto preliminare e la prima grande tranche di pagamento risale all’inizio del 2003 quando la candidatura non era minimamente in considerazione. Dire quindi che mio padre acquistò quel terreno sapendo che da lì a poco sarebbe diventato presidente (e quindi avrebbe potuto trarne vantaggi personali) è assolutamente falso.

Non solo. Su Funtanazza esisteva già un accordo di programma firmato dal presidente della regione Palomba che consentiva di costruire un totale di 70.000 metri cubi. Quindi quando Soru ha acquistato Funtanazza avrebbe potuto costruire per 70.000 metri cubi. Con il suo PPR la cubatura possibile è scesa a 35.000 metri cubi. Dunque: compra un’area dove può costruire 70.000 metri cubi, diventa presidente, fa una legge che svaluterà enormemente quell’area dimezzandone le cubature. Non proprio la strategia di uno speculatore”.

E ancora: “Arriviamo ad oggi: il progetto per Funtanazza – aggiunge la consigliera che siede tra i banchi di palazzo Bacaredda a Cagliari - consiste in un albergo più basso di un piano rispetto all’edificio attuale e il solo parziale recupero delle cubature perse dall’abbassamento di un piano.
Inoltre è previsto lo smantellamento di alcuni volumi che insistono sulla spiaggia. Progetto sul quale l’ufficio tutela del paesaggio della Regione Sardegna - dopo una precedente richiesta di utilizzare una diversa procedura amministrativa - ha dato il suo parere favorevole. Insomma: Soru non ha bocciato Soru. Dispiace leggere tanto accanimento da un giornalista che, sono certa, conosca la verità o quantomeno dovrebbe conoscerla. Poi ci ripenso e ricordo quella volta in cui l’autore del pezzo era seduto in tribunale a testimoniare contro mio padre in una causa che l’ha visto assolto in tre gradi di giudizio perché “il fatto non sussiste” (il caso Satchi & Satchi). Una perdita di tempo e di denaro pubblico. Un enorme carico di sofferenza per la nostra famiglia. Una causa che ha certamente influito non poco sull’esito delle successive elezioni regionali.
Una causa iniziata così, da qualche articolo che insinuava qualcosa.

E ricordo lui, il giornalista, in tribunale, chiamato a testimoniare dalla pubblica accusa, che rideva nervosamente alle domande del giudice su come avesse avuto certe informazioni. Rispondeva balbettando cose del tipo: ma lo sapevano tutti, si diceva nei corridoi, se ne parlava tra colleghi.

Evidentemente non è bastato, il carico di rancore non è stato smaltito.
E rieccoci qui, ancora una volta. Stessi attori, stesso film. «La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar…»