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“Ci sono regioni italiane, in particolare la Sardegna, che sono diventate la pattumiera di tutto quello che non serve più a uccidere. E la cui mancata o tardiva bonifica dei residui dei munizionamenti impiegati nelle esercitazioni ha prodotto rischi ambientali in danno di quanti sono stati o sono chiamati ad operare o a vivere in quelle aree”.
Lo ribadiscono gli attivisti di Caminera Noa che aggiungono: “Il centro di questo terribile quadro se lo contendono il Poligono di Capo Teulada, il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ ). Ma per fortuna in Sardegna non tutti sono complici, rassegnati o zitti”.
“Il 12 ottobre il movimento contro l'occupazione militare della Sardegna – concludono – sarà davanti ai cancelli del poligono di Capo Frasca a chiedere con forza la chiusura di tutti i poligoni militari italiani e Nato e la loro reale bonifica”.