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Dal 29 aprile al 3 maggio 2024 ci sarà il fermo settoriale delle attività degli operatori che lavorano per conto del Gruppo BRT. A proclamarlo Assotir che ha raccolto il mandato espresso dai trasportatori che operano per BRT nella riunione che si è tenuta a Milano il 12 aprile.
LO STATO DI AGITAZIONE – Da quanto appreso dai vettori storici del gruppo BRT, l’azienda avrebbe introdotto una strategia finalizzata a estromettere dal lavoro i trasportatori storici, ovvero oltre un centinaio di aziende che contano un numero di più di mille addetti. "A fronte della chiusura assoluta a qualsiasi confronto - commenta il segretario generale di Assotir, Claudio Donati - la mobilitazione è la risposta all’iniziativa intrapresa dal gruppo BRT, che punta, senza mezzi termini, ad estromettere i suoi sub-vettori storici, con metodi inaccettabili, per la mancanza di rispetto verso i trasportatori".
"Dopo i dinieghi finora ricevuti, gli operatori hanno deciso di reagire con decisione, sebbene abbiano comunque comunicato a BRT Spa di essere disponibili ad un incontro per verificare se esistono le condizioni per una ricomposizione della situazione", conclude Donati.
RICHIESTA DI PROLUNGAMENTO DEL PREAVVISO – Anche la CNA Fita ha contattato il gruppo in tutela alle imprese del trasporto merci per conto terzi. La richiesta è stata quella di rivalutare il preavviso di recesso e di estenderlo a un periodo di almeno nove mesi. Un periodo di tempo più lungo che consentirebbe alle imprese di autotrasporto di cercare e organizzare alternative soddisfacenti, mitigando così l'impatto negativo sulle loro attività e sulla loro sostenibilità economica.
LE DECISIONE DI BRT - La decisione parrebbe motivata dalla necessità di conformarsi alle prescrizioni della Procura della Repubblica di Milano, che sembra considerare i piccoli trasportatori come soggetti che non operano nella legalità. La CNA sottolinea, però, che “i piccoli trasportatori sono regolarmente iscritti e operanti nel rispetto delle leggi vigenti”.
Il gruppo BRT, inoltre, (come riporta la CNA) avrebbe prospettato un’alternativa agli autotrasportatori: “Vendere i mezzi, alcuni dei quali appena acquistati su richiesta del gruppo, alle imprese che li sostituiranno e di offrirsi come autisti. Un’opzione non solo penalizzante economicamente, ma che mortifica la loro dignità professionale.” Scrive il presidente CNA Fita, Patrizio Ricci.
LE ADESIONI – Tante le adesioni da tutta Italia; per quanto riguarda il territorio sardo, invece, una fonte del settore dichiara che siano in aumento.