"L'accordo raggiunto con lo Stato non è un grande risultato perché il pareggio di bilancio è una modifica della Costituzione che si applicherà a tutte le regioni italiane e noi abbiamo anticipato qualcosa che sarebbe stato possibile solo sulla base di specifiche norme di attuazione. E per ottenere questo abbiamo fatto delle rinunce, tra queste quella di accertare noi stessi le entrate che per il 2015 saranno inferiori rispetto al 2013".

Così l'ex governatore Ugo Cappellacci (Fi) ha tuonato in Aula contro l'intesa Stato-Regione sul pareggio di bilancio per il 2015 e l'allentamento dei vincoli di bilancio per il 2014, pari a 364 milioni di euro.

"Ma quali sanzioni abbiamo evitato per il 2013? - si è chiesto Cappellacci - Piuttosto mi sembra che questa Giunta faccia la figura del don Abbondio".

Secondo il capogruppo del Psd'Az Christian Solinas, "purtroppo prendiamo coscienza che il cammino sull'indipendenza della Sardegna è ancora lungo", mentre per Daniele Cocco (Sel), che ha difeso l'accordo, "la Sardegna non è stata svenduta e nessuna bandiera sarda è stata regalata". Di "stupore e preoccupazione" ha parlato il capogruppo Udc Gianluigi Rubiu, che vede nell'intesa "più che una patacca, un vero atto di sottomissione nei confronti di uno Stato tiranno che vuole demolire l'autonomia dell'Isola". "La conseguenza di quest'accordo è l'istituzione dell'Agenzia sarda delle entrate", ha detto, sostenendo la Giunta, Emilio Usula di Soberania e Indipendentzia.

"E' una sconfitta per un accordo al ribasso", gli ha replicato Paolo Truzzu di Fdi. Efisio Arbau (Sv), sempre in appoggio all'esecutivo, ha detto che questa "è sfida difficile che ci vogliamo assumere, mentre il possibile sviluppo dell'accordo è discutere degli accantonamenti per togliere i vincoli agli enti locali". E Pietro Cocco (Pd) ha spiegato che "in bilancio ci saranno più denari e oggi è fuori da ogni pudore dire che non doveva essere superato il patto di stabilità. Gli slogan sono finiti, anche per noi".