La convocazione di un tavolo permanente tra Regione, sindacati e azienda per disegnare il futuro della Carbosulcis è la proposta formulata dall’assessora regionale dell’Industria, Anita Pili, che a gennaio convocherà un primo incontro per tracciare le linee del piano di rilancio.

Tutto iniziò nel 2014 quando la Regione, unico azionista di riferimento della storica società mineraria, ha sottoscritto con la Commissione europea un accordo per la chiusura dell’attività mineraria, la messa in sicurezza e la bonifica delle aree di pertinenza. Nel contempo il piano di chiusura ha gradualmente accompagnato e incentivato verso l’esodo circa 350 lavoratori.

“A cinque anni dall’avvio del Piano di chiusura – queste le sue parole – prima della pausa natalizia abbiamo verificato attraverso l’amministratore unico dell'azienda e le segreterie sindacali lo stato dell’arte sull’attuazione stessa del Piano e sulle reali prospettive delle iniziative parallele che in questi anni sono state avviate in forma sperimentale e di ricerca”.

“Oggi la necessità principale – ha concluso l’esponente della Giunta Solinas - è quella di gettare solide basi per andare oltre al Piano di chiusura, riconvertire un'area industriale che ha diverse possibilità di utilizzo e valorizzare le professionalità ancora presenti in forza alla Carbosulcis. Abbiamo individuato i punti di forza oggi presenti che vanno dalle prospettive del progetto Aria alle potenzialità di sfruttamento dell’energia rinnovabile, per realizzare il progetto di una Sardegna sempre più verde ed ecosostenibile tracciato dal presidente Solinas. Contiamo molto sul fatto che i progetti di sviluppo di energia verde e le riconversioni delle aree possano realizzarsi anche in diverse aree di proprietà regionale, accrescendo la produzione energetica interna da fonti rinnovabili”.