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Ancora un’aggressione nell’Istituto penitenziario di Uta, dove un detenuto si è scagliato contro il direttore. Solo grazie al tempestivo intervento degli Agenti che in quel momento erano presenti durante l’udienza tra i due l’episodio non ha avuto gravi conseguenze.
A farlo sapere è il segretario generale della Sardegna della UIL PA Polizia Penitenziaria Michele Cireddu: “Quanto avvenuto nell’Istituto di Uta è di una gravità estrema, se addirittura viene aggredito il direttore non è difficile comprendere che si tratta di un ennesimo e inequivocabile campanello d’allarme che certifica quanto più volte dichiarato: il sistema complessivo non funziona e l’Amministrazione Penitenziaria va rifondata”.
“La politica – continua Cireddu - anziché cercare di puntare il dito contro un Corpo di Polizia dello Stato sano che nonostante il fallimento dell’Amministrazione penitenziaria sta mantenendo il sistema in piedi, dovrebbe impegnarsi per riscrivere l’Ordinamento Penitenziario, e riorganizzare l’intera Amministrazione Penitenziaria perché non è più funzionale alle esigenze e alle dinamiche attuali, i fatti lo dimostrano”.
“In Sardegna – spiega ancora Cireddu - la situazione è addirittura peggiore: ancora vergognosamente non sono stati inviati Direttori per colmare le lacune almeno negli Istituti di 1 livello come Sassari e Tempio, ma sono privi di un Direttore anche gli Istituti di Isili, Lanusei, Is Arenas e Mamone, ed è gravissimo che a Sassari oltre al Direttore non sia stato nominato neppure un Comandante titolare così come a Nuoro non sia ancora stato inviato un titolare”.
Il segretario generale della Sardegna della UIL PA Polizia Penitenziaria afferma che “anche la carenza organica continua ad aggirarsi intorno alle 540 unità in meno rispetto alle previsioni del Dipartimento e nelle proposte di invio di nuovi Agenti sono previsti solo 20 unità che non sono sufficienti nemmeno per sopperire ai pensionamenti avvenuti di recente. Se il sistema complessivo non funziona, la Sardegna sembra un vero esempio di mala gestione e di superficialità da parte dei palazzi romani che tutti gli schieramenti politici promettono di combattere nel proprio programma elettorale ma, almeno per la situazione penitenziaria sarda, sono solo degli slogan privi di risultati concreti”.