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“Diverse unità operative contano ormai troppi detenuti psichiatrici che, a risultato della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, si sono riversati nelle nostre sezioni. Nonostante i numerosissimi eventi critici che continuano a verificarsi, nessun intervento sembra essere stato assicurato dai vertici dell'Istituto per risolvere la grave situazione”.
Cambia la sede (da Buoncammino a Uta), ma rimane la grave situazione di sovraffollamento, organico ridotto all’osso e malessere sociale. Uta è al limite: “Sono ormai troppi gli atteggiamenti che creano gravi difficoltà al personale e mettono a repentaglio la sicurezza psico-fisica dei lavoratori del carcere – sottolineano le segreterie sindacali unitarie di categoria della Polizia Penitenziaria - bisogna innanzitutto segnalare che un ristretto in particolare, pone in essere atteggiamenti atti a destabilizzare l’ordine e la sicurezza e sin'ora non si intravede nessun intervento che possa mettere fine a tali atteggiamenti. I casi sono certamente tanti, ma questo caso emblematico crea ormai quotidianamente situazioni difficili da gestire. Minaccia ed insulta il personale, cerca continuamente lo scontro fisico, crea i presupposti per ottenere frequentissimi ricoveri in ospedale esterno per poi tentare di aggredire il personale che assicura il piantonamento”.
Sono stati infatti numerosi i casi in cui è stato necessario l'uso della forza per contenere i tentativi di aggressione, situazioni che avrebbero dovuto determinare un immediato allontanamento del detenuto in altri Istituti per una grave incompatibilità con la struttura di Uta, ma incredibilmente rimane in Istituto. A questo punto – aggiunge sempre Michele Cireddu – l’auspicio è che non si verifichino degli avvenimenti che possano compromettere irreversibilmente la situazione”.
IL MALESSERE. Nell'Istituto cagliaritano sono presenti numerosissimi casi di difficilissima gestione ed il personale che sin'ora è riuscito stoicamente a gestire situazioni che vanno oltre la capacità umana sta percependo una sensazione di abbandono e frustrazione.
Per quanto sopra, queste sigle, in maniera unitaria, considerato che il personale è decisamente stufo di gestire minacce di morte, insulti ed aggressioni, chiedono un immediato intervento del Provveditore affinchè possa allontanare il detenuto per grave incompatibilità con la struttura di Uta e assicurare degli interventi che sino ad oggi i vertici dell'Istituto non sono riusciti ad assicurare in favore del personale che opera in condizioni estreme ed è costretto a gestire situazioni estreme in solitudine”.