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“Sono stati momenti concitati, un detenuto che stava videochiamando con il telefono fornito dell’Amministrazione per sopperire alla sospensione dei colloqui con i familiari a causa dell’emergenza sanitaria, ha cercato di effettuare un ulteriore videochiamata non autorizzata, ma il tentativo non è sfuggito all’Agente in servizio che ha impedito la telefonata. La reazione del detenuto è stata rabbiosa e violenta, ha sferrato improvvisamente dei pugni nel volto dell’Agente che è caduto rovinosamente a terra privo di sensi. Fortunatamente il frastuono ha richiamato l’intervento di altri Agenti che hanno faticato a contenerne la furia aggressiva. L’Agente aggredito è stato trasportato presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Ghilarza dove è stato sottoposto ad una Tac per scongiurare delle lesioni importanti. diversi Agenti hanno avuto prognosi di diversi giorni”.
È il racconto della UIL Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna su quanto accaduto nel carcere di Massama, Oristano.
“Dobbiamo ripercorrere il periodo pre-covid 19, quando il Capo del Dipartimento annunciava che presto il gruppo di lavoro che aveva Istituito avrebbe fornito delle risposte concrete per prevenire e contenere in maniera corretta le aggressioni a danno degli Agenti. Un numero elevato e preoccupante di aggressioni che doveva e deve trovare immediati interventi. Questi risultati, malgrado l’abbondante lasso temporale in cui si erano svolti i lavori, non sono mai arrivati – afferma il Segretario Generale Michele Cireddu -. Avevamo sperato che la montagna non producesse un topolino ma sono state delle speranze vane. Continuiamo a sostenere a ragion veduta che tali aggressioni sono preoccupanti ed abbiamo più volte paragonato il pugno sferrato ad un Agente al pugno sferrato dalla criminalità allo Stato".
"Purtroppo - continua Cireddu - l’Amministrazione si sta dimostrando inadeguata a gestire la complessità degli Istituti penitenziari e lo dimostrano questi episodi che, dopo la tregua nel periodo iniziale dell’emergenza sanitaria, stanno riaffiorando con preoccupante frequenza. Di recente un altro Agente è stato aggredito nel carcere sassarese di Bancali ed ora ci troviamo a commentare questa nuova aggressione ad Oristano, un trend che preoccupa. Siamo del parere che più utili dei gruppi di lavoro sarebbero stati i dispositivi di protezione contro le aggressioni, dei corsi di contenimento con tecniche efficaci e la distribuzione anche ai nostri Poliziotti dei taiser. Potevano essere degli strumenti per evitare danni fisici sia agli Agenti che ai detenuti ed avrebbero potuto, se non eliminare, quantomeno limitare in maniera considerevole gli episodi di violenza anche negli istituti penitenziari, ma riteniamo sia difficile che i suggerimenti possano essere recepiti da un Amministrazione centrale che non è nota per avere un buon udito. Agli Agenti aggrediti va la mia personale vicinanza e la solidarietà di tutta la UIL".