“La carenza di organico nei presidi sanitari di periferia è un problema di crescente e conclamata gravità. Eppure c’è chi vuole restarci, in quei presidi, o tornare a lavorarci – ad affermarlo l’onorevole Salvatore Corrias (PD) -. Con questa Interrogazione (l’ennesima) ho segnalato l’urgenza di tenerci stretti gli operatori sanitari che vogliono lavorare nel nostro ospedale di Lanusei, e di vincere ogni impedimento che li trattenga altrove. Le loro istanze, giuste e sacrosante, sono le nostre”, ha detto.

Così, Corrias, Ganau, Comandini, Deriu, Meloni, Moriconi, Pinna e Piscedda, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di dar seguito a quanto previsto dall’art. 36 della Legge regionale 23 ottobre 2023, n. 9, sulle modalità di assunzione di nuovo personale da parte di ARES, hanno affermato che “Negli ultimi anni, l’emergenza pandemica ha fatto venire alla luce l’importante ruolo svolto da tutti i professionisti e operatori della sanità e, vista la loro carenza negli organici, ha obbligato le strutture sanitarie a forme straordinarie di reclutamento".

“Proprio in virtù del riconoscimento dell’enorme carico di lavoro svolto durante il periodo emergenziale e del permanere delle carenze in organico – prosegue la nota - il legislatore nazionale e, di seguito, quello regionale, hanno individuato modalità di stabilizzazione riservate al personale che in quel periodo aveva prestato servizio".

“Anche ultimamente, con la legge regionale 23 ottobre 2023, cosiddetto Collegato, all’art. 36 - Modalità di assunzione di nuovo personale da parte dell'Azienda regionale della salute (ARES), la Regione Sardegna ha disposto che ‘Prima di avviare nuovi concorsi per l'assunzione di personale sanitario, tecnico e amministrativo, l'Azienda regionale della salute (ARES) Sardegna attiva prioritariamente le procedure di mobilità del personale già in organico, la stabilizzazione del personale precario e l'utilizzo delle graduatorie ancora valide, secondo le modalità previste dalla normativa vigente’", prosegue.

“La norma regionale ribadisce dunque che le modalità di assunzione del nuovo personale devono privilegiare in prima istanza la mobilità del personale già in organico, la stabilizzazione e lo scorrimento delle graduatorie ancora valide.

“È evidente che le norme nazionali e regionali hanno creato delle comprensibili aspettative tra i professionisti e gli operatori della sanità che, da tempo, attendono o di avvicinarsi al proprio luogo di residenza o di essere stabilmente inseriti negli organici delle strutture sanitarie presso cui prestano servizio”, dice la nota.

“Per quanto riguarda gli Operatori Socio Sanitari, con la nota prot. 17460 del 3 febbraio u.s., ARES Sardegna ha autorizzato le singole ASL del SSR a procedere autonomamente alla gestione delle procedure di mobilità per la copertura di posti di Operatore Socio-Sanitario e, successivamente a tale nota, la ASL n. 8 di Cagliari la ASL n. 7 del Sulcis, la ASL n. 3 di Nuoro e la ASL n. 2 della Gallura (che ha esteso anche a infermieri e assistenti sanitari), hanno provveduto alla pubblicazione dei relativi bandi.

“La ASL n. 4 di Lanusei invece – prosegue la nota - ha recentemente ribadito che non intende procedere né all’indizione di procedure di mobilità né a quelle di stabilizzazione e tali affermazioni hanno ovviamente irritato le organizzazioni sindacali e generato il panico tra i tanti aventi diritto.

Il prossimo 31 dicembre scadranno inoltre i contratti Covid prorogati fino a quella data e i contratti di almeno 13 interinali e, conseguentemente, il loro carico di lavoro dovrà essere spalmato tra coloro che rimarranno in servizio.

“Ll Aziende sanitarie devono preoccuparsi del benessere dei propri dipendenti e debbano garantire loro le migliori soluzioni per operare in serenità, considerata la già difficile situazione in cui versa il comparto – prosegue la nota . ed essendo enti pubblici che erogano servizi essenziali alla cittadinanza, devono costruire le migliori condizioni per assicurare la cura e l’assistenza ai pazienti”.

“I sottoscritti – scrivono -interrogano il Presidente della Giunta e l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se siano a conoscenza di quanto sopra riferito e della situazione determinatasi nella ASL n. 4 di Lanusei, se non concordino nel ritenere che anche la ASL di Lanusei debba attivare, come altre ASL hanno già provveduto a fare, tutte le procedure di mobilità e di stabilizzazione previste dalle norme nazionali e regionali, se non ritengano importante garantire la certezza di un’occupazione stabile e il benessere lavorativo dei professionisti e degli operatori della sanità, già provati anch’essi dalle difficoltà in cui versa il comparto, se non reputino quanto accade una grave discriminazione per quei professionisti e quegli operatori che hanno prestato il proprio servizio presso la ASL di Lanusei o che, prestandolo altrove, ambiscano ad avvicinarsi alle proprie famiglie attraverso la mobilità, a cui sono negati gli istituti riconosciuti dalle norme nazionali e regionali, quegli stessi istituti di cui, invece, hanno potuto beneficiare tanti loro colleghi che appartengono ad altre ASL”, conclude la nota.