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Il Comune di Buddusò ha completato i lavori per il recupero della maschera tradizionale del suo carnevale. La figura dell'orso, S'Ursu (o S'Ussu), era la figura principale del carnevale tradizionale buddusoino.
"Da uno studio risalente al 1967 – si legge in un comunicato diffuso dall'amministrazione comunale –, la d.ssa Pierina Moretti, studiosa di tradizioni sarde e autrice di diversi saggi e studi sulle maschere sarde, è emerso che a Buddusò era presente la maschera dell’orso nel carnevale tradizionale buddusoino".
"Nell’opera titolata La maschera dell’orso nel carnevale sardo in Lares – Firenze è presente il richiamo a S’Ursu o S’Ussu, di Buddusò che entrava in scena su un carretto, coperto di campanacci e circondato da uomini in costume e con il viso imbrattato che cantavano delle quartine".
La giunta comunale, così, nel novembre 2017 ha individuato le figure professionali alle quali affidare l'incarico dello studio e della realizzazione grafica e realizzazione del costume e della maschera dell’orso. In primo luogo si è riprodotta l’immagine della maschera sulla base dei dati storici disponibili.
“Il percorso per realizzare una maschera raffigurante il volto dell’ orso, come ricostruzione storica, richiesta dal Comune di Buddusò, passa attraverso una fase iniziale di ricerca, finalizzata ad individuare le varie rappresentazioni del tema nelle diverse zone della Sardegna. Al momento l’esito di tale ricerca non ha evidenziato interpretazioni di maschere facciali al cui posto si usava la colorazione nerastra del volto.
Alle fasi successive di ideazione e progettazione gli autori hanno come unico riferimento il volto reale dell’orso elaborandolo in forma grafico-pittorica e plastica".
Secondo quanto descritto dal prof. Mario Gaspa e dal prof. Francesco Farina, autori della ricerca, "La forma della maschera ha assunto un carattere geometrico, schematico e sfaccettato. La superficie al tatto si percepisce irta e ruvida. Il travestimento del dorso e degli arti è di pelle di pecora o capra scura, chiara, o mista. La maglia e i pantaloni vellutati sono color grigio-nero verdastro. Una cintura in cuoio fa da base ai campanacci dalle spalle al giro vita. Gambali sono di pelle di pecora mentre le scarpe sono color cuoio. L’ espressione che ne deriva incute timore per l’ aspetto misterioso ed aggressivo”.
La presentazione ufficiale della maschera avverrà sabato 3 febbraio, alle ore 18.30, presso il Centro culturale di Buddusò a cura dell’Assessore alla cultura Tomaso Tuccone e alla presenza degli autori della raffigurazione grafica.