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"Gli aumenti indiscriminati che hanno subito in questi ultimi giorni i prezzi di benzina e gasolio in Sardegna , arrivando fino a picchi di 2.40 per la benzina e 2.50 per il gasolio risultando fra i valori più elevati rispetto al resto d'Italia, non sono accettabili se si considera che in Sardegna è presente il più grande impianto di raffinazione di petrolio del mediterraneo che rappresenta il 21% dell'intera capacità produttiva italiana, contribuendo al 47,4% del fabbisogno energetico dell'isola".
Così Sara Canu, capogruppo dei Riformatori, esordisce nell'interrogazione indirizzata al Presidente della Regione Sardegna, all'Assessore all'Industria e Assessore ai Trasporti e prosegue "l'incremento del costo dell'energia elettrica e gli attuali record dei costi dei combustibili per riscaldamento e autotrazione hanno come immediata conseguenza l'ulteriore impoverimento del potere d'acquisto della popolazione sarda, già fortemente gravata dalla condizione d'insularità e provata dalla pandemia covid- 19 , con il default di numerose aziende produttive isolane, sia di quelle maggiormente "energivore" che delle più piccole a conduzione familiare.
Ricordando che i prezzi dei carburanti in Sardegna, siano iniqui , in quanto la raffineria Saras, presente in Sardegna da oltre 50 anni, e gravando il territorio stesso anche da un punto di vista ambientale, avendolo così sottratto ad attività produttive quali turismo, agricoltura e sviluppo nautico/portuale;
“Per queste ragioni – prosegue Canu - ho depositato come prima firmataria un'interrogazione, sull'urgenza di attivare un'immediata richiesta presso il governo nazionale , tesa alla sterilizzazione momentanea dell'Iva e delle accise sui carburanti, con il ritorno dei prezzi calmierati per un periodo di tempo determinato e, inoltre, se si ritiene urgente attivare un tavolo tecnico con la SARAS affinché si trovi un accordo per calmierare i costi dei combustibili raffinati sul territorio sardo ad uso locale" conclude così la capogruppo dei Riformatori.