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Nuova protesta dei camionisti sardi a Cagliari: il sit in davanti al porto, ingresso Dogane, è cominciato questa mattina ed è organizzato dagli Autotrasportatori sardi riuniti.
Non si sa ancora se sarà una protesta a oltranza: nelle prossime ore si deciderà anche la durata della protesta. Le ragioni della mobilitazione sono già state esposte in una lettera al prefetto di Cagliari. Al primo posto le richieste di un tetto massimo al prezzo del gasolio, da fissare al di sotto di 1,60 euro per litro e l'istituzione del "gasolio professionale".
Due mosse che secondo gli autotrasportatori consentirebbero di mettere " al riparo la categoria anche dalle lungaggini burocratiche e dalla impossibilità di ottenere in tempi ragionevoli le agevolazioni disposte per legge".
Le imprese, denunciano i camionisti, "devono sopportare la beffa di aver investito in mezzi meno inquinanti quali euro 5 e 6, tuttora e inspiegabilmente esclusi dalla effettiva fruizione del credito di imposta pari a euro 0,28 al litro".
Una seconda rivendicazione riguarda l'istituzione dei costi minimi di sicurezza che fissano per legge un limite inderogabile al di sotto del quale non è consentito al committente del trasporto di remunerare la prestazione. Il terzo punto riguarda il costo della tratta marittima che le imprese sarde devono sostenere.
"I vettori marittimi - spiegano i promotori della protesta - a seguito del rialzo dei costi del carburante hanno immediatamente innalzato il prezzo della tratta e attualmente le imprese sarde devono corrispondere alle compagnie di navigazione, per esempio per la tratta Olbia-Livorno, circa 1.600 euro per imbarcare 18,75 metri comprensivi di trattore stradale e semirimorchio e costo della cabine contro il prezzo del 2021 che si aggirava intorno a 900 euro".