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Prosegue la mobilitazione del mondo agricolo contro il caro prezzi e la burocrazia. Dopo Talana con i suinicoltori, Arborea con gli allevatori di bovini da latte la protesta continua con gli altri settori e si allarga geograficamente anche in altre Regioni della Penisola.
Giovedì mattina, annuncia Coldiretti Sardegna, ci sarà una manifestazione a Cagliari (e contemporaneamente in altri capoluoghi di Regione) davanti all’Ufficio Territoriale del Governo, rappresentante regionale del Governo centrale a cui saranno indirizzate le richieste.
Gli organizzatori spiegano: "Una manifestazione pacifica che vuole sensibilizzare le istituzioni (saranno invitati oltre al Prefetto di Cagliari anche i capigruppo del Consiglio regionale) per un caro prezzi incontrollato che sta colpendo tutti i settori economici e tutte le famiglie".
“L’agricoltura sta soffrendo pesantemente questo caro prezzi – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ed in particolare i settori che oltre ad aver pagato per due anni le restrizioni del Governo per limitare la diffusione del Covid oggi si ritrovano con costi di produzione alle stelle e con i prezzi di vendite uguali o anche inferiori al pre rincaro, come i suinicoltori, i produttori di carciofi e gli allevatori di bovini da latte. Oltre ovviamente ad un mercato più statico per via della pesante crisi economica che sta colpendo le famiglie. Per questo, dopo Talana ed Arborea, sfileremo davanti all’ufficio territoriale del Governo ma inviteremo anche il Prefetto e i rappresentanti politici di tutto l’arco Costituzionale perché in questo momento difficile serve unità e l’impegno di tutti senza distinzione politica”.
L’appuntamento è per giovedì mattina, 17 febbraio, a Cagliari. “Con noi manifesteranno contemporaneamente anche gli agricoltori di altre Regioni – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – a testimonianza che il caro prezzi non è limitata alla sola nostra Regione. Sarà l’occasione per sollecitare la Regione a sbloccare i denari della pratiche agricole ferme per cavilli burocratici che diventano ancora più paradossali in questi momenti di forte crisi, come la siccità del 2017”.