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Era stata la segnalazione effettuata da un direttore di banca, insospettito dalla documentazione presentata da alcuni individui per ottenere un prestito, a portare i Carabinieri della Compagnia di Sassari ad avviare un’indagine sulla produzione e l’utilizzo di documenti falsi in città.
I primi accertamenti effettuati dai militari avevano permesso di stabilire che alcune carte d’identità presentate presso una filiale della Banca Intesa San Paolo erano contraffatte, ovvero riportavano dati anagrafici totalmente inesistenti e il documento stesso era interamente falso in quanto frutto di una stampa in grado di riprodurre fedelmente l’originale.
Quando ieri (venerdì 1° luglio) le persone sospettate si sono presentate per l’ennesima volta in banca, allo scopo, secondo quanto ricostruito dai militari, di aprire un conto e chiedere un prestito, è scattato il blitz.
Le tre persone, Marcello Poddighe 51enne di Sassari, Mirko Ventriglia 39enne di Sorso e Nicola Mannu 36enne di Mores, sarebbero stati trovati in possesso di alcune carte d’identità, buste paga e certificazioni CUD tutte contraffatte mentre stavano per procedere a un’operazione presso lo sportello della filiale della Banca Intesa San Paolo di via Carlo Felice.
Dalle indagini dei carabinieri e dalle perquisizioni presso i locali della società Poligrafix, nella zona industriale di Predda Niedda, il cui referente è risultato essere Marcello Poddighe, sarebbe emerso che l’attività non era certo occasionale ma frutto di un meticoloso e reiterato piano per rimediare denaro per sé stessi e per terzi.
Negli uffici della società ci sarebbero state delle vere e proprie postazioni di lavoro per la produzione e stampa di carte d’identità, buste paga e certificazioni CUD false che gli interessati avrebbero utilizzato non solo per scopi personali ma anche per agevolare “clienti” in cerca di avere prestiti facili senza correre il rischio di vedersi bocciare la pratica di finanziamento dagli istituti di credito.
Numeroso è stato il materiale sequestrato, tra cui apparecchiature informatiche, una decina di carte d’identità contraffatte e varia documentazione, tuttora al vaglio degli inquirenti al fine di ricostruire con precisione il ruolo delle diverse persone coinvolte nella vicenda e anche tutti i casi con operazioni già concluse.
Sarebbe risultato, infatti, che i soggetti coinvolti non fossero alle prime armi e alcuni di loro avessero già beneficiato o comunque consentito a terzi di usufruire del sistema per ottenere soldi facili, tra cui, ad esempio, l’elargizione di un prestito per 25.000 euro.
In attesa degli ulteriori approfondimenti investigativi, i tre dovranno intanto comunque rispondere di truffa, sostituzione di persona, falso e possesso di documenti di identificazione falsi. E proprio con riferimento a quest’ultimo reato, sono anche scattate le manette che li hanno portati ad essere reclusi nel carcere di Bancali.