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Sin dal suo annuncio, l'arrivo di CasaPound ha fatto storcere il naso a qualcuno e in particolare al Comitato Antifascista locale, deciso ad ostacolare un partito ritenuto di estrema destra.
Celata sino a venerdì scorso, la sede cittadina “Mario Gramsci” di CasaPound apre ufficialmente con la partecipazione del Vicepresidente nazionale Simone Di Stefano. Contemporaneamente, il corteo dei contestatori si muove fra le vie di Is Mirrionis, cercando un varco per avvicinarsi alla “Mario Gramsci”. Un elicottero della Polizia sorvola la zona e dietro lo striscione con la frase “Chiudete le sedi fasciste”, diverse persone si rendono irriconoscibili indossando un casco nero e tenendo un bastone nella mano. “Ci servono per difenderci dalle botte” - dice un ragazzo ad un cittadino avvicinatosi per chiedere spiegazioni in via Argentiera.
Carabinieri, poliziotti e finanziari, in tenuta antisommossa, presidiano gli incroci ma tutto si risolve con il lancio di quattro fumogeni e qualche coro fra cui il classico “Fascisti carogne, tornate nelle fogne”.
Intanto, sotto la “tartaruga”, (simbolo del partito), la situazione è tranquilla ma non sorridono gli abitanti del quartiere, limitati nei loro movimenti in auto. Verso le 18.45, il corteo si ritira e tutto riprende nella sua normalità.
"L'inaugurazione delle sedi di Carbonia e di Cagliari è un chiaro segnale di come CasaPound stia crescendo non solo nell'isola ma in tutta Italia, a dimostrazione dell'apprezzamento da parte dei cittadini dell'impegno e della costanza dei nostri militanti, i quali, ogni giorno, lavorano per il popolo".
Lo afferma, in una nota, il coordinatore regionale di CasaPound Italia Fabio Corrias.
"CasaPound ha dato prova di essere un gruppo propositivo e a stretto contatto con le persone, che cura e difende i diritti di tutti gli Italiani sia nel mondo del lavoro che nel sociale - aggiunge Corrias -. Continueremo su questa strada, senza farci intimorire da attacchi e proclami di coloro che vorrebbero questo movimento privo di un proprio spazio e senza cadere nella trappola degli opposti estremismi".