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Operai e ruspe all'interno dell'area interdetta? Nemmeno l’ombra, ma di tossici ce n’è in abbondanza, come dicono i residenti che dai balconi e dalle finestre vedono tutto. Una vergogna – ammettono - un viavai continuo, entrano ed escono da quella struttura fatiscente che un tempo ospitava un asilo. E ancora prima dello sfacelo, cronologicamente parlando, quella palazzina aveva ospitato anche una decina di famiglie con bambini, (abusivi), che il Comune di Cagliari (appena un anno fa), attraverso i Servizi Sociali, ha provveduto al loro trasferimento nelle case parcheggio a Mulinu Becciu. In attesa dei nuovi alloggi popolari, ma tutto è fermo ad un palo.
CASE POPOLARI. E tra via Serbariu e via Flumentiepido quel ‘palazzone’ che cade ormai a pezzi, (smembrato di infissi, muri e arredi), doveva essere demolito. Al suo posto, case popolari, come già detto: fin qui tutto normale, i soldi ci sono, grazie alla scelta dell’amministrazione comunale di destinare quell’area per l’edilizia abitativa per i nuclei familiari bisognosi in graduatoria.
Nulla di tutto ciò, i lavori sono fermi ad un palo ma all’interno dell’edificio esiste il ‘luogo del buco’, con le stesse aule utilizzate per bucarsi. Siringhe ovunque, escrementi, addirittura alcune “camerette di fortuna” allestite con letti per poter dormire. Infatti ci abitano almeno 4 persone, tutti sardi. Della vicenda si sta occupando in prima persona il consigliere comunale del Gruppo Misto, Alessandro Sorgia, che, attraverso una interrogazione urgente rivolta al sindaco Massimo Zedda, ha chiesto immediati chiarimenti su ciò che sta accadendo e sul fatto che i lavori siano fermi da un anno.