Il Tribunale vaticano ha definito l'operazione di compravendita del palazzo di Londra come "estremamente rischiosa" e "incompatibile con il comportamento prudente" richiesto agli investitori. Questa valutazione è emersa nelle motivazioni della sentenza che ha visto condannate diverse persone, tra cui il cardinale Giovanni Angelo Becciu, per vari reati nel dicembre 2023. Presieduta da Giuseppe Pignatone, la corte ha presentato un documento dettagliato di oltre 800 pagine per spiegare le ragioni di tali condanne e respingere alcune argomentazioni difensive.

Le motivazioni

La sentenza sottolinea che non vi è dubbio sul fatto che l'ordinamento vaticano garantisca il diritto a un giusto processo, anche se contesta che violi la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. In particolare, viene chiarito che il reato di peculato, considerato come un "uso illecito" di denaro secondo le leggi vaticane, non dipende dalla presenza o meno di un profitto. Questo punto contrasta con la difesa avanzata da Becciu, che ha cercato di sostenere l'assenza di benefici nell'operazione.

"La responsabilità di quest'ultimo non può essere messa in discussione neppure in ragione di un ulteriore argomento che egli ha invece inteso valorizzare in più circostanze: la rivendicata assenza di utilità", si legge. Un fatto che "può forse avere una sua rilevanza in una dimensione metaprocessuale" ma "sotto il profilo squisitamente giuridico (che è l'unico scrutinabile in questa sede) perde del tutto significato" perché "la finalità di lucro è del tutto estranea alla fattispecie di peculato prevista dall'ordinamento vaticano".

Spes e il caso Marogna

Anche riguardo ai fondi destinati alla cooperativa della diocesi di Ozieri, la sentenza enfatizza che l'illegalità della donazione ai propri congiunti è il punto focale, indipendentemente dall'obiettivo benefico o dall'eventuale mancata spesa dei fondi. Inoltre, viene evidenziato il caso di Cecilia Marogna, che ha ricevuto una somma considerevole per liberare una suora rapita ma ha invece speso i soldi per beni personali. "Pur a fronte della piena consapevolezza circa la assoluta gravità dei fatti - afferma l'accusa - il cardinale Becciu non ha preso le distanze dalla Marogna neanche nelle dichiarazioni rese da imputato, nelle quali ha continuato a sostenere la professionalità e affidabilità della donna senza mai affrontare il tema del denaro da lei speso".

Lettere col Papa

La sentenza menziona anche lo scambio di lettere tra il Papa e Becciu, evidenziando una distanza evidente tra i due. Inoltre, viene condannata l'azione di registrare una conversazione privata con il Santo Padre come un atto incredibile. Il documento del Tribunale ricostruisce i fatti a partire dal 2012-2013, mettendo in luce una serie di reati commessi da individui che hanno abusato dei fondi della Santa Sede. Gli avvocati del cardinale Becciu hanno annunciato di aver presentato appello e di motivarlo in base alla sentenza del Tribunale, pur sottolineando la discrepanza tra le conclusioni della corte e quanto emerso durante il processo in cui si è dichiarata l'innocenza del cardinale.