“Anche oggi la nostra assistita ha attraversato un mare di ricordi e di sofferenze ricostruendo in modo puntuale le violenze subite”. Lo ha detto l'avvocata Giulia Bongiorno alla fine dell'udienza di oggi del processo sul presunto stupro di gruppo a carico di Ciro Grillo e tre suoi amici.

Oggi nel corso del controesame della giovane, i difensori degli imputati hanno fatto ascoltare delle chat tra la ragazza e un'amica. Per dimostrare, a loro parere, le frequentazioni della giovane precedenti al presunto stupro. “Attenzione a non estrapolare singole parole dalle chat che esistono agli atti del processo, perché da una lettura completa e complessiva è evidente che la nostra assistita ha sempre sottolineato che per lei il sesso è una cosa sacra, a differenza del singolo flirt” ha detto la Bongiorno, aggiungendo: “Isolare ed estrapolare significa distorcere il senso di una frase”.

La ragazza italo-norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e i suoi tre amici per stupro di gruppo “non ha mai voluto rivedere le immagini delle violenze sessuali filmate dai ragazzi stessi e che sono agli atti del processo” ha poi detto la Bongiorno, conversando con i cronisti a margine dell'udienza. La legale durante la preparazione dell'esame, avvenuto ieri in aula, avrebbe voluto vedere insieme con la giovane quel video ma la ragazza “é sempre fuggita all'idea di vederlo...”, ha detto l’avvocata. Nelle prossime udienze i legali degli imputati vorrebbero mostrare il video in aula. “Non so cosa succederà se sarà proiettato in aula” ha detto la Bongiorno. “Ma ogni volta che gliel'ho chiesto, non ha mai voluto saperne”, ha ribadito.

“Sono numerose le contraddizioni emerse oggi dal controesame della ragazze, anzi sono una prima serie di contraddizioni che sono legate ad antefatti che verranno approfonditi successivamente”. Questo, invece, quanto dichiarato dall'avvocato Mariano Mameli, legale di Edoardo Capitta, uno dei quattro ragazzi accusati. “Ogni volta che c'è una diversità nel raccontato questo impone che siano richiamate le integrali dichiarazioni rese in precedenza - dice ancora il legale prima di lasciare il tribunale di Tempio Pausania al termine dell'udienza - Questo determina decine di migliaia di pagine da rileggere. È un lavoro lungo che continuerà nelle prossime udienze. Adesso siamo solo agli antefatti. Se fosse un risultato calcistico - conclude - potremmo dire che si vede una squadra scendere in campo fisicamente tonica e ben disposta ma la partita è tutta da giocare ancora”.

“Assolutamente non c'è stata vittimizzazione secondaria. La ragazza personalmente ha detto 'io voglio rispondere a tutte le domande'”. Questo, invece, quanto riferito dall’avvocata del pool di difesa Antonella Cuccureddu, rispondendo ai giornalisti sulla deposizione della principale accusatrice di Ciro Grillo e dei suoi tre amici. La vittimizzazione secondaria è una forma di colpevolizzazione della vittima, un fenomeno per il quale le vittime di un reato, in particolare di violenza sessuale, subiscono una seconda aggressione. E a rendere la donna nuovamente vittima sono questa volta le istituzioni, i pregiudizi culturali e gli stereotipi.

“Noi avvocati della difesa - ha spiegato Cuccureddu - abbiamo dato il nostro consenso preventivo alle altre parti di acquisire i video e le trascrizioni, il pm ha dato il consenso ma la parte civile l'ha rimandata alla fine”. L'acquisizione dei documenti, secondo la legale, “avrebbe evitato che noi fossimo costretti a rappresentare al tribunale segmento dopo segmento tutto quello che ha detto la ragazza prima”.

Nelle prossime udienze del 13 e 14 dicembre ci sarà poi spazio a un video girato la notte della presunta violenza e che sarà probabilmente proiettato in aula: “Lo si sarebbe potuto vedere tutti insieme, senza la ragazza, poi all'esito di tutto si sarebbero potute fare le domande che residuavano”, ha chiarito ancora l'avvocata.

Replicando all'avvocata di parte civile Giulia Bongiorno, che assiste la studentessa italo-norvegesse, Cuccureddu ha ribadito: “In una violenza sessuale in cui una assume di essere stata spogliata, un avvocato può esimersi dal chiedere come fosse vestita? A parte il fatto che su come era vestita c'erano anche delle fotografie, è stato chiesto su come era vestita solo per farle vedere quelle fotografie e confermare che il vestito fosse quello. La ragazza ha anche dato dei dettagli non richiesti, come sul materiale di cui era fatto il vestito”.