Il musicista algherese Enzo Favata replica alla denuncia del flautista Eyal Lerner, che nelle scorse ore lo aveva accusato di averlo escluso dal festival Musica sulle Bocche, di cui Favata è direttore artistico, anche in quanto israeliano.

Lerner aveva presentato in ritardo la sua domanda di iscrizione ma, secondo quanto denunciato sul suo profilo Facebook, non era questo l'unico motivo per cui gli era stata preclusa la partecipazione alla 19^ edizione della prestigiosa kermesse. Favata, infatti, in una mail di risposta aveva ricordato all'artista come "la politica di Musica sulle Bocche, boicotta qualsiasi artista israeliano o sionista per via dell'atteggiamento di Israele su Gaza e sui territori palestinesi occupati". 

Secondo quanto raccontato da Lerner, Favata "Non ha smussato lo spirito "pacifico" dopo aver notato che sono in Italia da vent'anni e che ho realizzato numerosi concerti per il dialogo proprio con musicisti palestinesi".

La notizia ha fatto esplodere la polemica tanto che il sindaco di Santa Teresa di Gallura (è li che si tiene il festival) ha sospeso Musica sulle Bocche.

Così Enzo Favata, 62 anni, ha replicato ad attacchi e accuse: "In merito a quanto pubblicato oggi sui media, come correttamente riportato ho già presentato le mie scuse formali al musicista Eyal Lerner e a tutti coloro che si sono sentiti offesi da mie affermazioni in una conversazione privata. Mi assumo le responsabilità dell'errore commesso e spero di poter incontrare personalmente il musicista israeliano. Tutta la mia vita di privato cittadino, di artista e direttore del Festival Musica sulle Bocche sta a testimoniare che mai in nessun modo ho discriminato qualcuno, e anzi ho sempre operato per l'incontro tra le culture più diverse attraverso la musica".

"Perciò rigetto con forza - prosegue il musicista algherese - e mi difenderò in ogni sede dalle accuse diffamatorie e calunniose di antisemitismo e razzismo che mi vengono rivolte a causa di questa vicenda. Se c'è un modo per rimediare a questo mio errore, è quello di riaffermare ancora più forte i valori del dialogo e della pace. Non abbiamo bisogno di altro odio".