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Ho conosciuto Francesco Falchi in un momento particolare della mia vita: da pochi mesi avevo cominciato a condurre, insieme ad Ambra Pintore, il primo tratto antologico di “Sardegna canta”, su Videolina, e questo nuovo mondo ci appariva come un meraviglioso universo tutto da esplorare.
A pochi giorni dal Natale del 1999 Aldo Cabizza chiese a noi due di presentare il Memorial intitolato a suo padre Nicolino e il grande interprete del canto sardo, originario di Ardara, figurava tra gli ospiti dell’evento.
Elegante, garbato, gentile e carismatico: il ricordo che ho di lui nasce dalla mescolanza di questi elementi che forgiavano l’uomo che a sua volta nutriva l’artista di passioni e amore per la poesia che intonava.
L’unanime dispiacere, espresso in queste ore da chi lo ha vissuto, è sincero: certe ‘voci’, quando si spengono, trafiggono il silenzio e si agitano nel vuoto che rimane.
Giuliano Marongiu
Cagliari 25 febbraio 2018