Ha celebrato la Santa messa in più di un'occasione senza essere sacerdote: questa l'accusa che ha portato la Chiesa di Cagliari a punire un diacono in considerazione "dell'estrema gravità del gesto compiuto".

Il destinatario della decisione 'Latae sententiae' (senza ricorrere ad un tribunale ecclesiastico) della Curia del capoluogo è - come recita il comunicato apparso sul sito ufficiale - Ignazio Niedda, il diacono che apparteneva alla congregazione della Missione e ha celebrato svariate messe a Ussana, un comune a 20 chilometri di Cagliari.

Per casi come quello descritto e imputato a Niedda, recita l'articolo 1378 del codice canonico, la punizione consiste nella pena dell'interdizione o se si tratta di un chierico, della sospensione.

"In accordo con i suoi superiori religiosi, sarà valutata l'opportunità di ulteriori pene canoniche - fa sapere la Curia -. Si invitano i parroci e i rettori di chiese a vigilare affinché un fatto così grave non abbia a ripetersi".