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I lavoratori di Ottana Polimeri e di Ottana Energia, tutti licenziati e ormai senza ammortizzatori sociali, si uniscono per riportare la vertenza del centro Sardegna ai tavoli istituzionali e annunciano una manifestazione con le loro famiglie e con gli amministratori del territorio di fronte alla Regione.
I 150 operai che un tempo producevano il Pet per bottiglie di plastica (Ottana Polimeri) e lavoravano per la centrale elettrica del sito industriale (Ottana Energia), chiedono un incontro urgente con il Presidente della Regione per "una soluzione immediata" alla loro situazione. Pressing anche su Roma affinchè "il Governo - spiega il coordinamento dei lavoratori - consideri la crisi del sito industriale di Ottana alla stessa maniera di altre realtà industriali del Paese: una vera emergenza nazionale e in quanto tale da inserire in finanziaria". L'intervento, sottolinea ancora il coordinamento, deve essere finalizzato a creare prospettive industriali che puntino a rilanciare non solo le attività esistenti ma anche a sviluppare nuove iniziative". Diversi i nodi cruciali in vista di un rilancio del sito: dai costi eccessivi determinati dall'insularità e dalla mancanza di infrastrutture, alle bonifiche all'interno del sito ex Enichem, che oltre ad essere doverose per l'inquinamento creato possono essere la soluzione per il rientro a lavoro di molti operai.
Ma tutto questo, dicono i lavoratori, non può essere affidato totalmente a privati: "Le disastrose vicende dell'accordo di programma nonché le ultime dismissioni della chimica e dell'energia dimostrano che le sole azione di questi imprenditori non possono risolvere la crisi. Ci vuole invece l'apporto fattivo della Regione e dello Stato", chiarisce il coordinamento. E per farlo, viene indicato un percorso di mobilitazione unitaria tra lavoratori, sindacati, politici, amministrazioni comunali e Consorzio industriale.