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"Il Centro di Salute mentale di Alghero in quest'ultimo periodo si trova a vivere una situazione che sta degenerando velocemente. Il CSM, che non rientra in nessun piano di riorganizzazione dei servizi, si trova davanti a un impoverimento dell'organico: sino al 2009 si avvaleva di prestazioni da parte di 14 medici, psicologi e operatori tecnici di una cooperativa esterna (collaborazione che è stata interrotta), e vi prestavano servizio 2 assistenti sociali e 6 educatori. Nel 2016 queste figure, che negli anni hanno chiesto trasferimento e che mai sono stati sostituiti, oggi non esistono più, e attualmente l'organico è composto da 4 medici, 1 coordinatore infermieristico e 11 infermieri professionali, di cui una distaccata nell'ambulatorio di Thiesi".
E' l'allarme che lancia Antonella Baldino a nome del coordinamento cittadino dei Riformatori Sardi di Alghero.
"Il numero dei pazienti che hanno almeno un contatto con il CSM nel corso dell'anno dovrebbe essere superiore ai 1.000 accessi annui e, a differenza dell'ambito territoriale del CSM di Sassari, il CSM di Alghero non disponendo sul proprio territorio di un servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), eroga le consulenze presso i 2 ospedali Algheresi e presso gli ospedali di Ittiri e Thiesi, oltre che prestare le consulenze del Pronto Soccorso dell'ospedale di Alghero negli orari di apertura", spiega Baldino.
"Il CSM di Alghero ha sempre avuto ottime prestazioni a fronte delle risorse a disposizione grazie all'impegno degli operatori. Ci si chiede soprattutto di chi sia la responsabilità del crollo di questo servizio, costretto a ridurre gli orari di apertura giornaliera, senza contare il disagio e la mancata assistenza ai pazienti che per tali motivi non avranno le stesse cure. Il CSM di Alghero per storia, radicamento nel territorio, professionalità e risorse umane avrebbe le potenzialità non solo per garantire i minimi livelli di assistenza psichiatrica ma anche per diventare un punto di riferimento ed innovazione dell'intera psichiatria Sarda. La ASL di Sassari o la Regione - conclude Antonella Baldino - avrebbero il dovere istituzionale e civico di individuare le responsabilità di questo crollo e porvi al più presto idoneo rimedio".