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“Negli ultimi giorni, nel mio Comune e nei territori limitrofi la situazione non ha subito alcun miglioramento dal punto di vista della sicurezza sanitaria e dell’incolumità di chi ci abita e ci lavora. Nonostante l’incremento delle Forze dell’Ordine e il trasferimento di migranti presso altre strutture, il Centro, che al momento in cui scrivo ospita circa 170 migranti, tutti provenienti dall’Algeria, dei quali 29 Covid-positivi, continua a essere un problema per il territorio in cui insiste. Numerosissimi migranti, che dovrebbero essere sottoposti a quarantena, fuoriescono dal Centro e si rendono responsabili di furti, di violazioni della proprietà privata, di molestie nei confronti delle donne (talvolta minorenni) e di minacce nel centro abitato di Monastir e nelle attività commerciali e produttive dello stesso Comune e del Comune di San Sperate. Mi si riferisce, inoltre, che non ci sia una efficace separazione tra i soggetti in quarantena e i soggetti Covid- positivi. Questo rappresenta ovviamente un grave pericolo per la salute e l’incolumità pubblica.”. A illustrare la grave situazione del Centro di accoglienza di Monastir è la sindaca Luisa Murru.
La prima cittadina scrive al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione e al Prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao.
“Questa situazione – spiega ancora la sindaca - ha scatenato la reazione di alcuni cittadini di Monastir, che hanno autonomamente deciso di organizzare ronde notturne nel centro abitato e attorno al Centro Migranti e, peggio ancora, di praticare la ‘giustizia fai da te’. Questo ha portato a deplorevoli aggressioni nei confronti di migranti ospiti del CAS (i cosiddetti “richiedenti asilo”), ormai integrati nel paese e assolutamente estranei alle azioni commesse dagli algerini. Nella giornata di ieri, alcuni ignoti hanno danneggiato delle biciclette appartenenti a questi stessi migranti richiedenti asilo e a un cittadino sardo. Nella zona accanto al Centro, durante la notte, si sono verificate sassaiole e, secondo la stampa, un automobilista ha tentato di investire alcuni migranti”.
“Questo clima di guerriglia non è ugualmente tollerabile in una comunità che si è sempre distinta per maturità e legalità, ma temo si esacerbi -nonostante i miei ripetuti ammonimenti- con il passare del tempo e con la notizia dei continui arrivi e delle malefatte dei migranti algerini. Quattro anni fa, quando venne decisa unilateralmente l’apertura di questo Centro, espressi forti dubbi sulla sua gestione, sulla tipologia e il numero degli ospiti e sulle possibili ripercussioni negative sul territorio, soprattutto in termini di sicurezza. In quell’occasione si parlò di integrazione e di accoglienza, di un centro che sarebbe stato una best practice rispetto a tutta l’Italia. Non abbiamo visto nulla di tutto ciò, ma almeno non abbiamo avuto problemi di ordine pubblico e, solo grazie alla buona volontà di alcuni cittadini, c’è stato un primo passo di integrazione con i richiedenti asilo. Purtroppo, però i miei timori si sono concretizzati da marzo 2020 in poi, quando -a causa dell’emergenza Covid-19 e della necessità di sottoporre a quarantena i migranti che da allora sono arrivati numerosissimi con il favore del bel tempo- il Centro è diventato sovraffollato e i suoi ospiti non gestibili adeguatamente dal punto di vista sanitario e della sicurezza. In questi mesi ho avuto contatti pressoché quotidiani con la Prefettura, che ha sempre cercato soluzioni per eliminare o ridurre i problemi su esposti. Purtroppo, i provvedimenti di ordine strutturale e l’incremento numerico degli agenti delle Forze dell’Ordine non ha portato gli esiti sperati”, si legge nella lettera.
“Alla luce di quanto esposto, volendo in ogni modo evitare che la situazione già tesa e piuttosto grave- degeneri in deplorevoli atti di violenza da parte di migranti o di cittadini o che perdurino gli atti illeciti ai danni di cittadini e attività commerciali e produttive, con l’unico fine di ripristinare la sicurezza e la tranquillità del Comune che amministro e di quelli circostanti, chiedo alle S.V. che, come già accaduto in Sicilia, i migranti ospitati nel Centro di Monastir vengano trasferiti al più presto in una nave, ove potranno rispettare la quarantena e/o l’isolamento senza commistioni con la popolazione e senza poter commettere atti illeciti. Questo almeno finché perdurerà l’emergenza Covid e ci sarà la necessità per i migranti che sbarcano di essere sottoposti a quarantena e/o a isolamento. Sarebbe successivamente auspicabile, inoltre, una rimodulazione del Centro e una sua conversione, almeno parziale, in una struttura utile alla collettività e alla Pubblica Amministrazione”, conclude Luisa Murru.