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Lex terrorista e membro dei Proletari Armati del Comunismo, Cesare Battisti, detenuto dal 14 gennaio 2019 nel carcere di Oristano, è al suo quarto giorno di sciopero della fame.
"Non mi hanno dato scelta: sono stato costretto ad uno sciopero totale della fame. Sono sequestrato: il sequestro è iniziato il 12 gennaio 2019 in Bolivia, continua oggi nell'Isola di Sardegna. Mi sento oltre che prigioniero politico anche prigioniero di una sporca guerra, guerra tra lo Stato e la lotta armata e non del periodo delle grandi contraddizioni sociali che hanno sconvolto l'Italia dalla fine degli anni '60 agli inizi degli anni '80".
Battisti ha affidato queste dichiarazioni al suo legale Gianfranco Sollai, che oggi gli ha fatto visita nel carcere oristanese di Massama, dove da 4 giorni è in sciopero della fame contro un isolamento che ritiene "illegittimo".
"Il '68, in italia, è durato 15 anni. La guerra delle Istituzioni nei miei confronti viene esternata con la segretazione degli atti, con l'isolamento forzato e illegittimo e con una classificazione retroattiva di 41 anni - ha aggiunto l'ergastolano -. Questa è vendetta di Stato, vendetta nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni dalle contraddizioni sociali, frutto dello stesso Stato e hanno generato anche il fenomeno della lotta armata che ha visto, come risaputo, coinvolte oltre un milione di persone, 60mila fermi e 5.800 condanne, come riportato a suo tempo dal presidente della Repubblica Cossiga. E tutt'oggi - conclude - lo Stato vuole per tutto ciò sacrificare me in nome di una giustizia che non c'è".