Una disfatta dentro e fuori dal campo, a Cardiff come a Torino. Serata nera sul piano sportivo per la Juventus, crollata nel secondo tempo contro il Real Madrid nella finale di Champions League, e serata che ha sfiorato la tragedia a Torino, dove alle 22:15, subito dopo il 3 a 1 a sfavore della squadra bianconera, si è scatenato l'inferno.

Un allarme bomba, fortunatamente rivelatosi falso, ha in un lampo acceso la facile miccia della psicosi da attentato e la straripante folla di tifosi bianconeri presente in piazza San Carlo per guardare la partita nei maxi schermi, in attimo non ci ha visto più.

Nell'improvviso e caotico fuggi fuggi generale una marea umana coinvolge pressoché tutti e come succede in questi casi ci si calpesta e si va a sbattere contro qualsiasi ostacolo. Si parla di mille tifosi che hanno riportato contusioni varie e per i quali sono stati necessari le cure e gli accertamenti presso gli ospedali della città. Sei i codici rossi, il più grave sarebbe un bambino di 7 anni.

Tra loro due sardi, Giovanna Falchetto e Roberto Secci, residenti a Triei ed entrambi giornalisti de L'Unione Sarda per le pagine dell'Ogliastra.
"È stata una cosa terribile, sconvolgente", ci hanno riferito i due cronisti ancora in preda al panico e in cerca di una loro amica persa improvvisamente di vista nel trambusto generale. "Siamo stati letteralmente travolti dal movimento della folla diventato incontrollabile e violento”, hanno aggiunto. “Vedevamo sangue dappertutto. Noi abbiamo riportato escoriazioni comunque non gravi e fortunatamente abbiamo trovato la nostra amica che aveva trovato protezione in uno scantinato".

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