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"È ormai da qualche settimana che tante persone mi chiedono come mai ‘Enò’ sia chiuso, avete notato che erano sparite le insegne e le serrande chiuse. E' doveroso per me chiarire alcune circostanze sino ad oggi nebulose, dopo 11 anni di duro lavoro e grossissimi investimenti, due anni passati ad aspettare promesse mai mantenute, mi vedo costretto a raccontare".
Stefano Lai, storico imprenditore, è furente: "Molti hanno pensato che io abbia chiuso a causa della crisi o di fallimenti vari - dice - ma la verità è che sono stato letteralmente truffato. Gli avvocati che mi stanno seguendo mi hanno consigliato di non usare certi termini, ma io la mattina quando mi guardo allo specchio non riesco a nascondermi dietro un’eventuale paura di una condanna penale, anche se per le condanne penali si va in carcere. Non riesco a scivolare in silenzio per le strade cittadine senza poter dire la verità. Quindi dopo una meditata riflessione ho deciso di iniziare a raccontare. Mi limiterò nei particolari visto che ho presentato una denuncia alla Procura della Repubblica, presso la sezione della Polizia Giudiziaria -Aliquota Guardia di Finanza".
"La mia vita non è stata facile - ha detto l'imprenditore -. Sono cresciuto da solo, spesso purtroppo facendo tanti errori, sono caduto esanime e senza speranze e ho trovato sempre la forza di rialzarmi. Ho costruito un'azienda turistica, pur senza avere maestri e buoni consiglieri; ho sbagliato per inesperienza accettando senza nascondermi di portare sulla pelle il marchio del fallimento. Sentivo solo il dovere di far fronte agli impegni assunti con chi aveva creduto in me. Per questo motivo ho affidato il mio ristorante ‘Enò’ a una persona che poi insieme ad altre persone di dubbia moralità, come testimoniano le informazioni in rete, hanno inizialmente preso l’impegno di onorare i debiti, nei confronti dei fornitori e dei dipendenti. Queste persone hanno preso da me un locale avviato, che generava reddito, senza mettere dentro un soldo e nonostante tutto questo gli impegni non li hanno rispettati. Non solo sgretolandolo completamente inizialmente con la pizzeria e poi con il resto per poi portarsi via quasi tutto".
"Oggi il locale ‘Enò’ vineria, in vico Carlo Felice 10/12 a Cagliari, nel quale ho lasciato dentro tanti sogni e speranze, è chiuso sicuramente definitivamente. Per la seconda volta nella vita ho dovuto iniziare da capo, partendo dai miei errori, perché sono vivo e voglio essere testimone di come sia possibile nella vita rialzarsi dopo le cadute, chiedendo perdono per i propri errori, continuando a lavorare per rendere al mondo, almeno in parte, ciò che il mondo generosamente mi ha dato. Chiunque voglia parlare con me sa dove trovarmi", ha concluso Stefano Lai.