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Si è concluso ieri “Una Miniera di Cultura”, evento coordinato dall’AES e tappa conclusiva dell’Isola dei libri. Una tre giorni di presentazioni, nella bellissima cornice della Grande Miniera di Serbariu, caratterizzate da alcuni temi importanti, come i racconti di miniere e di fatica, di un lavoro senza sole né stelle, ma soprattutto, storie di vita di uomini e donne, minatori e cernitrici, spesso dimenticate.
“Senza Sole né stelle” di Sandro Mantega, edito dalle Edizioni della Torre), ha dato uno spaccato di vita della Carbonia degli anni ‘60, in particolare dei giacimenti di carbone del Sulcis, concentrandosi, in particolare, sulle speranze e le disillusioni nelle testimonianze dirette dei protagonisti di quegli anni, le cui interviste sono state immortalate in un reportage proiettato durante l’incontro all’Auditorium.
“Miniere e minatori nelle terre del Gerrei” di Ugo Lallai (autore con Valentino Caredda e Ignazio Congiu), edito dalla Soter Editrice, ha offerto, non solo storie ma anche immagini di paesaggi, macchinari, ma soprattutto di volti intensi e di sguardi. Alla presentazione sono intervenuti Paola Atzeni e l’editore Salvatore Ligios, che ha ricordato come quello delle miniere sia uno dei tanti miti sulla Sardegna, che la fotografia ha il grande pregio di riportare alla dimensione del reale.
Lo scrittore Lino Cianciotto, con “La costa delle miniere” e “Iglesiente selvaggio”, ha messo in risalto le spettacolari aree del “Sud Ovest Sardegna”. Due pubblicazioni, per un totale di tredici itinerari, sugli straordinari percorsi escursionistici offerti da questo magico territorio: un luogo che racconta 540 milioni di anni di storia della terra e 150 anni di realtà minerarie, tra favolosi itinerari costieri proiettati in mezzo alle montagne.
Un ottimo riscontro ha avuto, anche, lo spettacolo “Per assassinarvi”, portato in scena da Savina Dolores Massa che, grazie alla sua intensità interpretativa, ha ipnotizzato il pubblico con il suo repertorio poetico dal linguaggio crudo, simbolico e profondo, accompagnata da un incalzante sottofondo sonoro del poliedrico strumentista Gianfranco Fedele.
Le presentazioni di “Mimma” di Valeria Pecora (La Zattera edizioni), Lo scorpione nello stomaco” di Ilario Carta (Arkadia) e dell’isola delle donne (Paolo Sorba Editore) hanno caraterizzato la terza e ultima giornata dell’evento Aes.
La prima, vincitrice al XV Premio letterario Antonio Gramsci per la sezione inediti, narra il riscatto della figlia di una cernitrice e di un falegname in un periodo storico compreso tra il ventennio fascista e gli anni di piombo.
Il secondo è un romanzo che si può ironico, dissacrante, tragico e realista, quasi una premonizione dei tempi futuri in un momento di profonda confusione ideologica che fotografa arroganza, ipocrisia, inaffidabilità e distacco dalla realtà della classe politica. Il terzo raccoglie piccole vicende di donne dell’isola della Maddalena.
Spazio anche per la grande scrittrice e premio Nobel di Nuoro Grazia Deledda, con la proiezione, a cura della Società Umanitaria di Carbonia, del celebre film muto del 1916 “Cenere” di Febo Mari, interpretato da Eleonora Duse e ispirato all’omonimo racconto della scrittrice premio Nobel.
Nata come sperimentazione per diffondere e rendere più capillare la presenza delle opere pubblicate in Sardegna anche nelle aree periferiche, la manifestazione ha visto la partecipazione di molti studenti, dalla scuola dell’infanzia alle superiori.
Sabato mattina ha avuto grande interesse il laboratorio “Galileo in tasca”, a cura di Logus Mondi Interattivi di Pier Luigi Lai. In particolare, i liceali hanno seguito con attenzione le presentazioni e gli spettacoli, mostrando sensibilità e attenzione per il mondo editoriale e per i numerosi aspetti culturali dell’isola.