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Da ieri 12 giugno, il Centro prelievi di Pozzomaggiore non è più attivo. Una decisione, quella presa dall’Asl che ha sconcerto nel paese del Meilogu e che era stata, più o meno, anticipata in una comunicazione del 4 maggio scorso in cui l’Azienda ha rimarcato il fatto che «per evidenti carenze di personale infermieristico l’apertura del Servizio non può essere garantita due volte la settimana».
A partire da tale data, i prelievi venivano assicurati solo il giovedì fino alla “Doccia Fredda” di ieri. Una decisione questa che, per i gruppi di minoranza (Paridade Pro Tottu e Progetto Civico per Pozzomaggiore), «si inserisce in un’ottica di tagli indiscriminati dei servizi periferici portato avanti dalla Asl e di contestuale accentramento nelle struttutre più grandi. Questa azione – si legge nella nota stampa – è incurante del notevole disagio provocato alla popolazione e in particolare alle fasce più deboli (anziani e persone con patologie croniche). D’ora in poi queste ultime dovranno spostarsi ai centri di Thiesi e Sassari con notevoli costi aggiuntivi».
Le Minoranze hanno sottolineato come «i tagli perpetuati dalla Asl interessano in particolare il personale infermieristico infatti in questo specifico caso il centro prelievi di Pozzomaggiore era ubicato in uno stabile comunale fornito in comodato d’uso gratuito alla Asl».
Una struttura «fortemente voluta dalle Amministrazioni comunali passate e tenuta in piedi anche con gli sforzi comunali». Una decisione che, per gli stessi Consiglieri di minoranza, crea un grave disagio al territorio «che è stato defraudato di altri servizi negli anni passati, carente di mezzi di comunicazione e di collegamento con gli ospedali e con altri centri prelievo e di analisi» e che potrebbe penalizzare non solo i cittadini di Pozzomaggiore, ma anche quelli di Padria, Cossoine, Mara, Semestene e Romana, cioè 5/6mila abitanti. Un servizio essenziale visto che, in media, vengono effettuati circa 3mila prelievi l’anno e più di 1000 trattamenti anticoagulanti, oltre che svolgere il ruolo di punto di riferimento per le persone anziane, specie quelle con patologie croniche, come il diabete di cui Pozzomaggiore «vanta un triste primato essendo uno dei apesi con maggiore incidenza in Sardegna».
Nelle scorse settimane, “Paridade pro Tottu” e “Progetto Civico per Pozzomaggiore” avevano promosso una raccolta firme, (circa 800 quelle raccolte) e una petizione che è stata inviata proprio oggi alla Asl,
«La paura è che l’inerzia e il silenzio potrebbero avvallare in qualche modo le scelte della Asl prese a danno dei cittadini e sfregio totale del loro diritto alla salute», proseguono i gruppi di minoranza che «preannunciano il coinvolgimento dei Consigli comunali che saranno chiamati ad assumere precise prese di posizione. Inoltre si propongono di organizzare assemblee informative per approfondire l’argomento e decidere altre ferme azioni di protesta».
«Una cosa è certa: i Pozzomaggioresi e i cittadini dei paesi vicini, in questo caso – questo in chiusura di comunicato – non assisteranno passivamente alla chiusura di un altro servizio essenziale per la salvaguardia della salute, in particolare delle persone più deboli».