Di seguito pubblichiamo la lettera inviata dal Comitato spontaneo dei lavoratori della ditta di pulizie del distaccamento aeroportuale di Elmas chiuso nei gironi scrosi dopo 80 anni di attività.


Il comitato spontaneo dei lavoratori della ditta di pulizie dell’ormai ex distaccamento aereoportuale di Elmas vuole far conoscere all’opinione pubblica la situazione che si è andata a creare a seguito della  chiusura della base aereoportuale da parte dell’aereonautica militare.

LICENZIAMENTI Ancora una grave perdita per l’economia sarda, il 31/12/15 a seguito della chiusura della base militare di  Elmas perderanno il lavoro in 10. Queste famiglie contavano sull’esiguo salario  per tentare di far quadrare il loro bilancio familiare. Per quanto la cosa risulti difficile, dato che negli anni si sono visti decurtare lo stipendio a causa della diminuzione costante del loro monte ore lavorativo sino ad  arrivare a 18.50 ore settimanali.

Tutto questo grazie alle decisioni prese dal nostro governo di chiudere la base di Elmas privilegiando di fatto la base di Sigonella sita in Sicilia, di sicuro politicamente più forte della Sardegna ma non una decisione strategicamente intelligente ma alquanto discriminante.

L'APPELLO I sindacati non si sono mobilitati per tutelare il sacrosanto diritto al lavoro di questi lavoratori che stanno per dire addio al posto di lavoro nonostante  in possesso di un contratto a tempo indeterminato che garantiva loro la stabilità lavorativa, ma tutto ciò è stato effimero come un bel sogno.

Questi lavoratori hanno acquisito nel corso degli anni un’alta preparazione  e  professionalità nello specifico ambiente di lavoro del comparto difesa.

La situazione poteva essere gestita in maniera differente mettendo in pratica quelle che sono le normative e il buon senso. Stando ai numeri il personale poteva essere assorbito dalla vicina base di Decimomannu, di cui il distaccamento dipende, o dalle altre realtà militari presenti nella provincia come è avvenuto per i dipendenti della difesa che hanno avuto  un aiuto più forte da parte dei sindacati permettendogli di fatto di scegliere le loro destinazioni future.

Aiuto è stato chiesto non solo hai sindacati che avrebbero il sacrosanto dovere di far sentire la loro voce, ma  anche agli amministratori locali ma soprattutto agli organi militari, ma ad oggi l’unica risposta certa è stata la lettera di licenziamento ricevuta come regalo di natale da mettere sotto l’albero al posto dei regali per i propri cari. Al giorno d’oggi salvare posti di lavoro sarebbe un successo per la società e garantirebbe una vita serena per queste povere persone e le rispettive famiglie. Auguri di buone feste con la speranza che un pensiero sia rivolto a noi.

Il comitato spontaneo