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“Il Comune di Cagliari sostenga le iniziative della Coldiretti contro il cibo sintetico e si faccia promotore di azioni concrete per sensibilizzare il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare su un tema di grande importanza e che coinvolge tutte le comunità”. E’ la richiesta del consigliere comunale della Lega e presidente della Commissione Riforme del Consiglio regionale, Andrea Piras, che oggi ha presentato una mozione in Comune che impegna il sindaco e la Giunta comunale “a valutare l’opportunità di emanare provvedimenti utili al sostegno della petizione Coldiretti contro il cibo sintetico e portare a conoscenza il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste dell’iniziativa intrapresa dall’Amministrazione comunale”.
“E’ una mozione – ha spiegato Piras – che ha l’obiettivo di sostenere la petizione che la Coldiretti sta portando avanti contro il cibo sintetico, affinché il Sindaco emani provvedimenti ufficiali che possano rafforzare l’azione di opposizione presso il Ministero dell’Agricoltura”. Il consigliere ha poi proseguito: “ E’ un tema di grande importanza che riguarda la salute, l’ambiente, l’agricoltura e l’economia e credo che sia importante che il Comune di Cagliari lo affronti con la serietà che merita. La coltivazione della carne in vitro in larga scala comporta infatti l’uso di antibiotici nocivi alla salute, che la zootecnia con tanto impegno è riuscita negli ultimi anni a ridurre notevolmente. Non solo. Una produzione su larga scala comporterà un importante dispendio energetico e un maggiore consumo di acqua rispetto agli allevamenti tradizionali, con evidenti danni all’ambiente”.
Piras poi si è soffermato sugli interessi economici legati a tale produzione, evidenziando “che sarà solo in mano a pochi, che monopolizzeranno l’offerta mondiale di un prodotto alimentare, limitando di fatto anche la libertà dei consumatori sulla scelta del cibo”.
“Dobbiamo far sì che non solo venga garantita la salute dei cittadini ma anche il mantenimento di un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale. Per decenni – ha concluso il consigliere comunale - abbiamo combattuto affinché i prodotti alimentari fossero sani, a chilometro zero e sostenibili e oggi rischiamo di vedere vanificati tutti gli sforzi fatti. Corriamo inoltre il rischio di cancellare le specificità territoriali, le produzioni tipiche, distintive e tradizionali connesse alla varietà della biodiversità locale”.