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Quasi quarantamila imprenditrici in Sardegna, oltre cinquemila titolari di aziende artigiane nel settore dell'agroalimentare e dei servizi alla persona, delle attività manifatturiere e dei servizi di comunicazione. E' quanto emerge dallo studio realizzato dall'Osservatorio per le Pmi di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat e UnionCamere-Infocamere, comparando i dati del 2017-2018.
"I numeri testimoniano l'intraprendenza delle 'capitane d'impresa' che hanno deciso di svolgere un mestiere artigiano", sottolinea Maria Amelia Lai, imprenditrice e presidente di Confartigianato Imprese Sassari. Tuttavia, anche per le imprese rosa dieci anni in trincea a combattere una recessione senza precedenti hanno lasciato il segno. Se tra il 2017 e il 2018 il comparto ha perso solo 12 unità (-0,2%), l'analisi tra il 2008 e l'ultima rilevazione racconta di un pesante -12,4% equivalente a quasi 2mila posti di lavoro in meno.
Nell'ultimo anno, a livello territoriale, le imprese gestite da donne crescono a Cagliari (2.037 realtà e +0,6%) e Nuoro (864 attività e +0,2%) mentre a Sassari è quasi pareggio (1.742 aziende e -0,1). Una particolare situazione la vive Oristano (-6,7%) alle prese con l'annosa questione dell'Albo Artigiani, che per problematiche legate ai rapporti tra Regione e Camera di Commercio, non sta garantendo l'operatività dell'Albo, impedendo così l'iscrizione delle imprese artigiane all'apposito registro.
Nutrita anche la "pattuglia" delle realtà imprenditoriali femminili che in Sardegna sono gestite da straniere: 2.465 attività di cui 460 dirette da giovani non italiane.
"L'imprenditoria al femminile è forte, dinamica, innovativa - ha aggiunto Lai - ma per una donna portare avanti un'attività non è facile; le imprenditrici sono divise tra responsabilità in azienda e impegni familiari: occorre per questo, da parte delle Istituzioni, sostenere quanto possibile iniziative a favore della conciliazione vita-famiglia-lavoro e del welfare".