Il palazzo di Giustizia di Sassari ospiterà questa mattina la seconda udienza del processo a carico degli 11 cittadini pakistani arrestati nell'aprile del 2015 a Olbia e in diverse parti d'Italia, accusati di aver costituito una cellula di Al Qaeda. Dentro e fuori dal Tribunale sono state adottate misure di sicurezza straordinarie.

Da ieri via Roma è stata chiusa al traffico e saranno predisposti controlli severissimi per tutti coloro che varcheranno la soglia del palazzo. Il presidente del Tribunale di Sassari, Pietro Fanile, ha disposto l'annullamento di qualsiasi altra udienza e la chiusura al pubblico degli uffici per tutta la giornata.

Le autorità giudiziarie e i vertici delle forze dell'ordine hanno concordato di trasferire il dibattimento già dalla prossima udienza all'interno di una speciale "aula bunker" che sarà allestita nel carcere sassarese di Bancali. Lo scorso 26 ottobre il giudice per le indagini preliminari di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, aveva accolto la richiesta di giudizio immediato per i presunti componenti della cellula, avanzata a fine indagini dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, Danilo Tronci.

Secondo la Dda di Cagliari la cellula con base operativa a Olbia avrebbe pianificato attentati fra il 2008 e il 2010 in Pakistan. L'indagine è stata lunga e complessa, basata anche su rogatorie internazionali: la cellula, secondo quanto sospettano gli inquirenti, avrebbe ipotizzato una serie di attentati in Italia, mai eseguiti.

Il 26 novembre la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato il carcere per Sultan Wali Khan, 39 anni, capo della comunità pakistana del capoluogo gallurese. Per l'accusa, il 28 ottobre 2009 avrebbe organizzato l'attentato terroristico di Peshawar, in Pakistan, in cui morirono cento persone.

Khan è indagato per l'organizzazione dell'attacco, la costituzione del gruppo terroristico "espressione di fondamentalismo religioso" e per aver favorito l'immigrazione clandestina dal Pakistan.