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Sempre più DAE (e per fortuna –ndr-) “in campo”, grazie al decreto Balduzzi, fanno in modo che si possano battere notizie come quella del dottor Pasquale Meloni, colpito da un attacco cardiaco proprio quando era in campo durante la partita Sigma – Sant’Elena: l’uso del defibrillatore, unitamente al massaggio cardiaco, ha salvato il medico sportivo.
Notizie come questa si susseguono quotidianamente nella cronaca della nostra testata giornalistica; ma talvolta sono ancora intervallate dai tristi comunicati che riportano l’assenza di questo preziosissimo apparecchio salvavita, proprio in occasione di malori dove l’utilizzo del Dae avrebbe forse fatto la differenza.
Sono numerose anche le attività di formazione che continuano a susseguirsi, sia per gli operatori del soccorso sanitario (manco a dirlo), sia per i comuni cittadini che intendono imparare le manovre salvavita, unitamente al corretto utilizzo del Defibrillatore Semiautomatico Esterno.
Un po’ meno usuale è la formazione ai professionisti, individuando con questo termine tutte quelle professioni che, per svariati motivi, vanno a contatto con il pubblico: forze dell’ordine, maestri e insegnanti, guardie giurate, addetti alle mense.
Ecco perché fa ancora notizia un’attività formativa sul BLSD (basic Life Support and Early Defibrillation) dove i discenti fanno parte di quelle categorie: teoricamente non obbligati a frequentare un corso di Rianimazione Cardipolmonare, ma praticamente sensibili a questi avvenimenti, e dunque felici di frequentare questi corsi, che per i laici durano cinque ore.
Così gli insegnanti della scuola “Giovanni Lilliu” di Cagliari, tutti i dipendenti di un’importante catena di negozi di Ottica e il XIII° Reparto Mobile della Polizia di Stato sono solo alcuni esempi di professionisti che si sono formati al BLSD in una scuola privata di via Dante a Cagliari, che è la prima scuola privata cardioprotetta di Cagliari. Difatti non è solamente dotata di Dae (anche correttamente segnalato all’esterno), ma ha anche provveduto a formare i suoi operatori, in modo che siano pronti ad intervenire con le manovre corrette e con l’uso di questo prodigioso apparecchio.
“Abbiamo ritenuto importante l’installazione di un defibrillatore nel nostro centro”, afferma Simone Marrocu (nella foto in alto), direttore della nota scuola privata, “soprattutto perché ci troviamo in un punto molto importante per la Città di Cagliari, specialmente sul piano commerciale e conseguentemente per l’afflusso notevole di persone. Via Dante è una delle vie dello shopping del capoluogo, ed allo stesso tempo è assai distante dalle sedi delle ambulanze medicalizzate (Ospedale SS.Trinità e Ospedale Marino): intervenire correttamente nei primi minuti di un attacco cardiaco è la prerogativa fondamentale per addirittura triplicare le possibilità di sopravvivenza delle vittime”.
“Vogliamo credere che il Dae diventi una dotazione obbligatoria in tantissime realtà” prosegue Marrocu, “ma nel frattempo abbiamo investito sulla formazione del nostro personale, perché non basta avere un DAE se poi non lo si sa usare, ed ancora prima del Dae è bene conoscere le corrette manovre di Rianimazione Cardipolmonare”.
L’uso del Daeè davvero così semplice? Chi lo può usare? E le manovre di rianimazione sono così importanti? Tutte domande lecite, alle quali facciamo rispondere Geronimo Carreras, soccorritore da tempo memorabile, ma soprattutto Direttore ed Istruttore nei corsi di rianimazione cardiopolmonare ed utilizzo del defibrillatore semiautomatico per tutte le fasce di età.
“Una delle frasi che ripeto spesso nei corsi è quella dell’elettrodomestico stupido. Dato che, a casa nostra, tutti abbiamo un forno a microonde, che ha svariate funzioni di cottura e scongelamento, uno strumento che ha due pulsanti, dei quali uno è quello di accensione, non può essere difficile da usare”.
Prosegue Carreras sulle manovre di rianimazione: “prima di parlare del Dae, quell’elettrodomestico stupido, va però detto che il protocollo della Defibrillazione Precoce prevede, fra una scarica ed un’analisi successiva, due minuti di RCP (Rianimazione Cardiopolmonare). Quindi è bene ricordare che è giustissimo raccomandare l’uso del Defibrillatore non appena disponibile, possibilmente entro 1-2 minuti dall’evento testimoniato, ma è anche vero che il buon massaggio cardiaco è di fondamentale importanza. E ciò che deve essere evidenziato è che il buon massaggio cardiaco può essere praticato da chiunque, correttamente formato, che sia presente quando una persona si accascia a terra esanime”.
“Contrariamente a quanto si pensa, è molto più pericoloso un massaggio cardiaco fatto male rispetto all’uso del Defibrillatore” rassicura infine Carreras. “Il Dae parla, ti dice esattamente cosa fare e come farlo, ti da anche il ritmo per le compressioni toraciche! Le piastre hanno un disegno, e anche se le inverti, funziona ugualmente. È impossibile sbagliare”.