La loro "casa"? Sta dietro un gazebo in legno abbandonato, dove tra materassi sporchi e un divano, ci sono buste alla rinfusa piene di vestiario, coperte e purtroppo, c'è anche un odore acre di urina. 

Per lavarsi? Ci sono le bottiglie in plastica riempite d'acqua dai rubinetti (quei pochi funzionanti) sul viale Buoncammino.

Intere giornate trascorse col capo chino sul display del cellulare, qualche panino mangiato sulla panchina: c'è ancora qualche evidente falla sul sistema di accoglienza e di integrazione in città.

E tra i cagliaritani che passeggiano tranquillamente nel belvedere di Buoncammino, di fronte all'ex carcere, c'è chi osserva basito e commenta la triste situazione: "Non è concepibile che 3 o 4 cittadini extracomunitari debbano dormire e stazionare in mezzo ad una strada. Questo non è aiutare il prossimo".