È impossibile, oggi, non ripensare alle parole di Mary, la compagna di Claudio Arusu, il 46enne di Cagliari scomparso il 23 agosto scorso e il cui cadavere è stato ritrovato ieri nel Supramonte di Baunei in Ogliastra, tra Cala Goloritzé e Cala Mariolu, nel vecchio sentiero dei carbonai.

L’avevamo sentita a inizio dicembre per la terza puntata di “Scomparsi in Sardegna”. In seguito alle numerose segnalazioni di avvistamenti di una persona somigliante a Claudio, arrivate alla famiglia da Palau, Santa Teresa di Gallura e Castelsardo, insieme a Mary avevamo lanciato un appello per sensibilizzare le persone.  

“Sono passati tre mesi, siamo stanchi, siamo devastati, non ce la facciamo più. Vorremmo riportarlo a casa almeno per Natale”. Mary si era aggrappata fortemente a quelle segnalazioni, avevano davvero pensato che il proprio caro fosse riuscito ad allontanarsi da Baunei, considerato oltretutto il notevole il dispiegamento delle forze messe in campo sul luogo della scomparsa dalla mattina del 25 agosto.

Nonostante ciò, il cadavere è stato avvistato da un escursionista poco dopo le 12 di ieri, tra Cala Goloritzé e Cala Mariolu, ovvero a quattro chilometri di distanza dal luogo in cui era stata ritrovata la sua auto in località Piredda, stesso posto in cui era stato allestito il campo-base delle ricerche.

“La sua sfortuna è stata quella di aver avuto il cellulare scarico – ci aveva detto Mary – e senza il gps non è riuscito a ritornare alla macchina”.

E proprio sulle ricerche è intervenuto l’avvocato Gianfrancesco Piscitelli, Presidente di Penelope Sardegna: “Non ho voglia di polemizzare, ma perché gli scomparsi sardi vengono sempre ritrovati per caso e non da chi li ha cercati istituzionalmente?".

“Claudio Aresu è stato cercato per giorni da chi è preposto istituzionalmente a farlo e ieri è stato ritrovato casualmente dove era scomparso. Come lui tante altre persone ritrovate morte vicino al luogo dell’ultimo avvistamento. È evidente che c'è un problema ed è ciò che io continuamente denuncio sui social, sui media, nei convegni, in TV: gli scomparsi vanno cercati con professionalità, con mezzi tecnologicamente avanzati, con personale qualificato e formato, con cani specializzati per quel tipo di ricerca e non generici. Le ricerche non vanno sospese mai, come non vengono sospese per i latitanti”.

“Claudio – ci aveva detto il fratello Daniele – era una persona altruista sempre pronta ad aiutare tutti”.