LE INTERVISTE: Valentina Murru (Coldiretti Castiadas), Battista Cualbu, (presidente Coldiretti Sardegna), Angelo Cabigliera (presidente regionale dei Giovani Coldiretti), Antonio Palmas (giovane agricoltore di Villanova Monteleone), Francesco Mulargiu (Coldiretti Nuoro)

La burocrazia sta uccidendo l’agricoltura sarda e la speranza dei giovani. La sta soffocando, frenando, consumando. Per questo questa mattina i giovani sono scesi in piazza a Cagliari. Per manifestare la propria frustrazione per questo freno. Per questa macchina istituzionale che li avrebbe dovuti proteggere, aiutare a crescere ma che invece li ostacola, li blocca, cerca quasi di farli desistere dai propri sogni, le proprie passioni che vorrebbero realizzare in Sardegna.

Sono stati illusi con tante promesse. Hanno parlato di un bando nuovo, a misura di agricoltore, semplice, veloce. Hanno detto che avrebbero dato risposta a tutti ed in tempi brevissimi (90 giorni) e che il bando sarebbe stato riaperto ripetutamente. Hanno chiesto di aprire una partita iva, iscriversi all’INPS, avere dei contratti di affitto e chiedere le autorizzazioni e concessioni edilizie (che ormai, dopo quasi un anno, stanno andando in scadenza).

IL CALVARIO DEL BANDO. Poi però il bando non riusciva ad essere aperto. A luglio 2016 dopo averlo approvato, hanno annunciato che da metà settembre dello stesso anno fino a metà gennaio 2017 si sarebbero potute presentare le domande. Il 13 settembre invece il bando viene sospeso e il 21 novembre revocato. Il 5 dicembre viene approvato il nuovo bando che prevedeva la presentazione delle domande a gennaio. Ma dai primi di gennaio la data di presentazione l’hanno spostata a fine gennaio ed il 25 dello stesso mese ancora sospeso. Per essere riaperto definitivamente con decreto del 27 febbraio fissando l’inizio della presentazione delle domande da metà marzo fino a metà aprile.

“E’ mancata la chiarezza. Nessuno chiedeva la luna – dice il presidente regionale dei Giovani Coldiretti Angelo Cabigliera -, ci siamo solo fidati di quanto ci dicevano, anche se come Organizzazione abbiamo sollevato più di un dubbio, anche per iscritto”.

I nodi sono venuti subito al pettine. Da settembre 2016 a marzo 2017, diversi giovani hanno nel frattempo compiuto 41 anni perdendo il prerequisito per poter usufruire del premio. Altri questo requisito lo stanno perdendo in attesa che venga riaperto il bando.

Vista la tanta enfasi con cui era stato presentato il bando i giovani hanno risposto in massa. Sono state presentate 2985, “senza contare chi nel frattempo ha perso il prerequisito e chi ancora fidandosi sempre degli annunci, ha voluto aspettare la prossima imminente pubblicazione del bando”.

“Oggi però si scopre, come del resto Coldiretti ha sempre detto, che le domande finanziabili sono solo 883, meno di un terzo. Per gli altri, non ci sono fondi, si vedrà, forse, ma...  Hanno ridotto i nostri progetti, quelli della generazione degli agricoltori innovativi e creativi, ad un clic day. Ci hanno abbandonato in mano alla burocrazia” denuncia Cabigliera.

“Nonostante tutto oggi noi siamo in piazza non per protestare ma per essere ascoltati, per far sentire la nostra voce, il nostro disagio, ma anche le nostre idee, i nostri progetti – sottolinea Cabigliera -. Non vogliamo portare polemiche, non c’è più tempo neanche per quelle, vogliamo solo che vengano prese in considerazione le nostre problematiche e che si possa tenere conto delle nostre richieste. Vogliamo che si valutino tutti i percorsi per recuperare le risorse per sostenere l’insediamento di tutte le imprese che sono rimaste fuori. Ripeto non pretendiamo la luna, chiediamo solo che, l’ultimo treno che per noi è passato, possa essere recuperato, altrimenti lo avremo perso per sempre”.

“Occorre innanzitutto evidenziare la distanza tra la procedura immaginata e quella messa invece in pratica – sottolinea il presidente di Coldiretti Cagliari Efisio Perra – frutto della povertà di programmazione procedurale e la sconcertante approssimazione dell’azione amministrativa. Il bando del primo insediamento, nella versione semplice e a “pacchetto”, è stata preceduta da un’intensa attività divulgativa da parte della Regione che, da un lato, assicurava la disponibilità finanziaria per coprire tutte le domande che sarebbero state presentate e dall’altra garantiva che ulteriori bandi sarebbero stati avviati con una frequenza mai riscontrata prima. Il tutto poggiava sulla granitica certezza  circa la bontà delle procedure a sportello in luogo di quelle a graduatoria che avevano, invece, caratterizzato la gestione del precedente Programma di Sviluppo Rurale. Inoltre è mancata anche l’attuazione di alcuni strumenti che avrebbero sicuramente aiutato la procedura. Uno di questi è il “ contatore”, ossia l’algoritmo che sottrae dalle risorse messe a bando quelle che a mano a mano vengono richieste con le domande caricate nel sistema. Questo, esaurite le risorse avrebbe chiuso lo sportello evitando il formarsi di un arretrato. Mentre e domande non ricevute dallo sportello, perché chiuso, avrebbero trovato una nuova opportunità nei successivi bandi”.