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"La Sardegna è tornata a vivere un brusco aumento delle temperature che stanno gettando ulteriori preoccupazioni su un settore agricolo e zootecnico già sotto pressione per variazioni climatiche sempre più evidenti. In questo contesto di temperature superiori alla media stagionale si profila - avverte Coldiretti Sardegna - la concreta minaccia del ritorno a una nuova ondata di lingua blu".
Proprio per questo, secondo la Coldiretti, "è cruciale un piano d'azione che preveda interventi immediati e tempestivi sia per affrontare una eventuale epidemia che per la dotazione dei vaccini e repellenti utili a prevenire la diffusione della malattia e proteggere la salute degli animali".
"L'esempio di questi oltre 20 anni di ondate di malattie animali ha dimostrato che è molto meglio investire in prevenzione diretta e indiretta che intervenire con soldi pubblici per ristorare i danni - sottolinea Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna - oltre al problema degli animali morti pesa di gran lunga per le aziende la condizione di quelli che, seppur sopravvissuti alla malattia, presentano strascichi per il resto della loro vita con molti capi che abortiscono e, altri, ridotti in condizioni precarie - sottolinea - gli animali improduttivi sono un costo ulteriore per le aziende già colpite in questi anni dai rincari delle materie prime. Ecco perché chiediamo che il prossimo esecutivo regionale intervenga prontamente per affrontare a monte i problemi e arrivare preparati in caso di nuovi focolai".
Secondo le rilevazioni Coldiretti, nel corso del tempo, i danni economici derivanti dalla blu tongue sono considerevoli, non solo a causa delle perdite dirette di animali, ma anche per i costi associati alla prevenzione e alla gestione della malattia. Il tutto confermato dai dati che parlano di oltre 170 milioni di euro di indennizzi e quasi un milione di pecore morte negli ultimi vent'anni. Sempre secondo l'elaborazione Coldiretti Sardegna, quando comparve la malattia, intorno ai primi anni 2000, la blu tongue fece una strage con 260.856 pecore morte il primo anno e 232.138 il secondo con una incidenza (della mortalità sui capi coinvolti) di circa il 20% e 18%.
Nel corso degli anni ci sono state altre ondate, le più importanti nel 2003/04 con 995.546 capi coinvolti e 75.797 capi morti (il 7,61%). Nel 2012-2013 i capi coinvolti erano stati 147.148 mentre quelli morti 11.393 (7,74%). Per non dimenticare il 2013/14 con 1.730.493 capi coinvolti e morti 113.780 (6,58%). Altre ondate avevano colpito nel 2017/18, coinvolgendo 851.402 capi (i morti furono 35.591 per il 4,18%). Nel 2021 l'epidemia, seppur calata, aveva coinvolto il 2,73% dei capi con 29.737 morti.