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E’ drammatica la situazione che si sta vivendo in campagna, soprattutto per quei settori colpiti più duramente dal Covid, che aldilà degli impegni non hanno ancora ricevuto un euro di ristoro. Suinicoltori, viticoltori, agriturismi e florovivaisti in particolare boccheggiano sperando in una ripartenza immediata e nel pagamento di quei ristori promossi e mai arrivati.
“La Regione intervenga immediatamente e sblocchi i pagamenti – è l’appello del presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –. A un anno dall’esplosione della pandemia la situazione è davvero critica anche perché prima non si navigava nell’oro e anche con il Covid continuano a permanere i problemi di sempre: dalle distorsioni delle filiere che in alcuni casi si sono anche incancrenite, vista la maggior debolezza del settore primario, alle calamità naturali e non ultima la burocrazia che continuando a dettare i tempi delle scelte politiche che viaggiano ad una velocità sempre più lenta rispetto a quello delle aziende”.
Gli interventi sono stati programmati anche in modo repentino dalla Regione all’interno della legge numero 22 ma come spesso succede dopo aver presentato le domande si sono arenati. I settori agricoli più penalizzati sono quelli legati al canale Horeca che da oltre un anno sono più chiusi che aperti (o meglio semiaperti), al turismo e alle cerimonie. Tra questi gli oltre 14mila allevatori di suini, martoriati da oltre 40 anni di peste suina e da ormai 10 anni di embargo (non possono commercializzare le carni oltre i confini sardi) che hanno visto crollare verticalmente le vendite dei maialetti. Per loro sono stati stanziati 4milioni di euro ma l’erogazione è rimasta al secco.
Stesso discorso per le oltre 36mila aziende vitivinicole, per i quali sono stati stanziati 1 milione di euro, settore che ci vede in coda nella quantità di produzione di vino in Italia (maggior produttrice a livello mondiale) ma ai primi posti per qualità e innovazione, ancora non hanno usufruito di nessun ristoro. Ma le perdite del Covid, affrontate con grande dignità, si sono sommate anche alle gelate dell’8 – 9 aprile che hanno bruciato i germogli. E adesso si devono scontrare anche con le proposte beffa dell’Unione europea che vuole annacquare il vino.
La musica non cambia quando parliamo delle 2.500 aziende florovivaistiche che contano 4mila occupati (settore che ha il più alto rapporto investimento occupato), travolte soprattutto dal primo lockdown della primavera scorsa e dal praticamente azzeramento delle cerimonie da oltre un anno. Gli 800mila euro da distribuire in base alla riduzione del fatturato non sono ancora arrivati.
Gli oltre 900 agriturismi attendono come i colleghi i ristori promessi e per i quali già da otto mesi hanno presentato domanda – segnalano sempre da Coldiretti Sardegna – I 4 milioni da ricevere come una tantum da un minimo di 3mila euro ad un massimo di 7mila euro sono ancora fermi mentre le perdite crescono di giorno in giorno visto che i giorni di chiusura sono di gran lunga maggiori di quelli in cui hanno aperto.
“Le aziende hanno bisogno di liquidità ora per essere sostenute nel traghettamento lungo questa lunga crisi - afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Siamo riusciti a costruire a suo tempo un percorso di ristori che in qualche modo riusciva a lenire le perdite ma questi lunghi ritardi rischiano di vanificare gli sforzi fatti anche perché nel frattempo le perdite sono cresciute”.
“Confidiamo in un intervento celere della Giunta affinchè si sblocchino i pagamenti – ribadisce Battista Cualbu – siamo oltre l’emergenza e da sole questa volta le aziende non posso farcela. I pagamenti effettuati la scorsa settimana da Argea non sono sufficienti se non seguiti a strettissimo giro dallo sblocco di tutte le misure. I disagi del comparto sono altissimi, non possiamo continuare a procedere a piccolissimi passi, è urgente pagare subito tutti i settori colpiti dalla pandemia”.