“La “quarta mafia”, la piovra nigeriana, particolarmente violenta e dedita al traffico di esseri umani, organi e droga, sta cercando di mettere radici anche in Sardegna. Non mancano, in questo senso, segnali allarmanti, e il pericolo è testimoniato dagli esiti di brillanti operazioni delle forze dell’ordine che hanno consentito lo smantellamento di cellule presenti e ben organizzate sul territorio. Occorre dunque vigilare e potenziare le azioni di controllo e repressione”.

Questo l’appello lanciato dal Presidente della Regione Christian Solinas al Comitato Schengen, guidato dal deputato Eugenio Zoffili, che ha iniziato oggi la sua visita in Sardegna.

“La Sardegna – queste le sue parole , da sempre immune per motivi culturali e antropologici da fenomeni malavitosi legati alla mafia tradizionale, è apparsa invece vulnerabile all’infiltrazione della malavita organizzata proveniente dalla Nigeria, capace di instaurare uno stretto controllo territoriale”.

“La recente operazione Calypsonet – ha aggiunto Solinas – ha messo a nudo una ramificazione basata sulla presenza di capi-bastone che gestivano per conto della cupola mafiosa il controllo delle zone loro assegnate, con un sistema di reclutamento di tipo iniziatico e rituale, capace di creare negli adepti un fortissimo legame psicologico e una cieca obbedienza agli ordini dei capi criminali. È stata accertata la presenza di gruppi dei cosiddetti Black cats, derivazione dei sanguinari Black Axe, mafiosi che al momento della loro iniziazione si identificano con un tatuaggio sulla spalla (raffigurante appunto un gatto nero) e profonde lacerazioni sull’addome”.

“È certo – ribadisce – che, oltre alle attività di controllo del traffico di droga, la mafia nigeriana gestisca una vera e propria tratta di donne che in totale schiavitù vengono costrette alla prostituzione, nonché un orrendo traffico di organi umani”.

Solinas ha anche ricordato come “Di recente l’Ambasciata Nigeriana in Italia abbia lanciato l’allarme sulla presenza di una criminalità organizzata strutturata sul modello di sette segrete, importate anche sul territorio italiano e in Sardegna con l’invio di uomini che giungono sul nostro territorio mediante gli sbarchi clandestini, soprattutto nelle coste del Sulcis Iglesiente, favoriti dalla condizioni meteorologiche spesso agevoli e dalla brevi distanze che separano le coste sarde da quelle nordafricane”.