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A quattro anni dalla sentenza del Tar, che ha annullato la gara bandita nel 2013, e dopo una serie di interventi sulle strutture esistenti e di rilevazione delle profondità dei fondali, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna ha avviato una nuova procedura aperta per l’affidamento in concessione della Banchina Est di San Bartolomeo e dei relativi specchi acquei e pontili.
Il provvedimento è stato pubblicato mercoledì scorso e mira ad individuare un nuovo soggetto che gestirà, per i prossimi 15 anni, la banchina – riqualificata nel 2011 – che si affaccia sul canale che costeggia le saline di Molentargius. Un’area pari a 5 mila e 435 metri quadrati di spazi scoperti e 4 mila e 320 di area a mare, la cui finalità sarà collegata al diportismo, alle attività sportive e ai servizi all’utenza. L’importo a base di gara del canone sarà di poco superiore ai 24mila e 888 euro all’anno e la scadenza per la presentazione delle offerte, che dovranno essere recapitate all’Ufficio protocollo del Molo Dogana, è prevista per il prossimo 5 aprile alle 12.00.
“Con questo bando – spiega Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP del Mare di Sardegna – puntiamo a completare e a dar gambe ad un consistente intervento di valorizzazione di alcune aree di grande pregio storico e paesaggistico, come il padiglione Nervi, il tratto di sbocco a mare del canale San Bartolomeo e la lunga passeggiata sul litorale cagliaritano che sarà servita da una lunga pista ciclabile in gran parte realizzata dal nostro Ente. Un ulteriore fiore all’occhiello per la città di Cagliari e un utile servizio al diportismo e alle attività sportive nautiche”.
Un bando che si aggiunge all’invito a presentare manifestazione di interesse, pubblicato il 14 febbraio ed in scadenza il prossimo 31 marzo, per la riqualificazione e alla gestione ed utilizzo dei silos alla radice del Molo Rinascita.
“Anche in questo caso – conclude Deiana – abbiamo deciso di stimolare il mercato per verificare se esistano proposte da parte di soggetti qualificati interessati a riconvertire e a riutilizzare i silos che, altrimenti, ci dovremmo rassegnare a demolire”.