Si è conclusa ieri 25 ottobre, la trentacinquesima edizione dell’Assemblea nazionale dell’Anci, dal titolo “Prima cittadini. Sindaci, fuori dal luogo Comune”, che si è tenuta a Rimini.

Un’occasione importante per parlare del ruolo dei Sindaci nelle comunità, delle difficoltà che incontrano nel loro lavoro amministrativo e il tentativo di dare risposte ai bisogni dei cittadini. Tre giornate molto intense, iniziate martedì 23 ottobre, che hanno visto alternarsi al complesso fieristico Rimini Fiera tante personalità politiche. Da sottolineare anche la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Tra gli interventi, anche quello del Presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana che parlato dei “paesi invisibili” alle grandi istituzioni e al contesto nazionale.

«Andare e tornare in nave ci consente di ricordare che la Sardegna è sempre un’isola, un luogo diverso: nè migliore, nè peggiore; differente. E le differenze stanno nel viaggio, negli approcci, nella voglia di imparare cose nuove, conoscere il Modello di pensiero di chi, nel contesto nazionale, ci governa» ha scritto su Facebook Deiana.

«Mi è capitato l’onore e l’onere – ha aggiunto – di dover parlare all’Assemblea in una tavola rotonda; sono intervenuto anche in una riunione della Consulta dei piccoli comuni; ho partecipato al Consiglio Nazionale dell’associazione. La cosa di cui, naturalmente, vado più orgoglioso è stata la presenza della rappresentanza sarda; l’attenzione ai lavori dell’Assemblea; la voglia, tutta sarda, di stare insieme la sera, di aprirsi agli altri, alle altre esperienze». 

«Lo so, perché lo vedo, –  scrive Deiana – che fra i sindaci sardi si è costruito un rapporto che va oltre le istituzioni e mi riempie d’orgoglio di doverli rappresentare anche in contesti che - lo sa chi mi conosce - normalmente mi atterriscono.

«La timidezza si vince. Il terrore liquido di parlare dallo stesso palco del Presidente della Repubblica - un vero faro per le istituzioni democratiche - trasforma invece la caghetta in panico».

«Nel mio intervento – ha specificato il Presidente di Anci Sardegna – ho parlato dei “paesi invisibili” alle grandi istituzioni, al contesto nazionale; è ho parlato dei paesi sardi perché sento, ancora, un feroce attacco all’autonomia speciale; lo si sente nei commenti; negli incontri a latere; nelle battute di chi vive nelle regioni a statuto ordinario».

«Adesso –  ha concluso – torniamo alla normale attività; orgoglioso anche di continuare a viaggiare con i miei colleghi come gli studenti; come i camionisti; come gli emigrati. E dividere il pane e il vino e di fare cassa comune quando, finito il lavoro, andiamo a prenderci due o trenta birre».