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“Abbiamo chiesto al Ministro – afferma il Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna, Giovanni Mellino – di fare di tutto per bloccare il cabotaggio internazionale abusivo e rilanciare i controlli sulle strade sarde e del resto d’Italia”.
Il “cabotaggio” è, infatti, l’attività di trasporto nazionale di merci su strada svolta da un trasportatore non residente sul territorio di un altro Stato membro dell’UE a titolo temporaneo, cioè senza che lo stesso risulti stabilito nel territorio di tale Stato. A causa di questo, ogni anno sono tantissime le imprese che chiudono a per la concorrenza sleale praticata sia dai vettori esteri, sia dalle tante aziende italiane che hanno pensato di aggirare le norme andando a costituire le società in Paesi compiacenti, salvo poi tornare in Italia a lavorare.
“Sono problemi enormi e internazionali che non possono essere risolti con la sola richiesta al Governo di moratoria – sottolinea Mellino - e senza il massimo coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali”.
“Come Confartigianato Trasporti – continua il Presidente regionale - riteniamo importante ampliare il consenso alla lotta contro il cabotaggio abusivo attuando azioni di controllo come l’inversione dell’onere della prova, dotare le pattuglie della Polizia Stradale di POS (giacenti ancora oggi presso il Ministero degli Interni ) per incassare dal vettore estero non provvisto di contante, evitando – in tal modo – pratiche complesse quali il fermo amministrativo del veicolo con la relativa custodia delle merci trasportate, l’obbligo di utilizzare il nuovo telepass europeo di imminente introduzione per un costante monitoraggio nonché l’utilizzo del codice a barre stampigliato sui documenti di viaggio internazionali”.
Confartigianato Trasporti, a livello nazionale, ha chiesto al Governo di perseverare secondo lo schema delle richieste avanzate alla Commissione Europea da ben sette stati europei (Italia, Germania, Francia , Spagna, Danimarca. Belgio e Finlandia) che hanno chiesto alla Commissione Europea di stabilire un’unica e chiara interpretazione delle regole che assicurano un efficace controllo sull’esecuzione del cabotaggio.
Ciò servirà a garantire interpretazioni omogenee della norma, il corretto accesso alle operazioni di cabotaggio alle sole imprese dotate dei requisiti per il trasporto internazionale, il rispetto del numero delle operazioni eseguibili nella settimana e tutto ciò che è necessario mettere in essere per salvaguardare l’osservanza delle corrette regole di concorrenza nonché le opportune regole per prevenire il fenomeno del dumping sociale.
“In ogni caso – conclude Mellino - rimane aperto il problema di fondo rappresentato dal ruolo e dalle competenze OCSE nella politica del trasporto internazionale, che deve essere riformato privilegiando gli elementi per una corretta concorrenza nel mercato (costo del lavoro, gasolio, tassazione, etc…. ) anziché la completa e selvaggia liberalizzazione con l’abolizione delle autorizzazioni al trasporto internazionale”.