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35mila 209 imprese artigiane registrate, 7 nate ogni giorno, 62mila 546 occupati, 3mial 98 milioni di euro di valore aggiunto prodotto, 5mila 932 attività gestite da donne, 2mial 918 giovanili e 1.388 condotte da stranieri.
Sono questi alcuni dei numeri chiave del dossier “Imprese e valore artigiano in Sardegna”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha fatto un’analisi degli ultimi 10 anni del comparto artigiano sardo attraverso i dati Istat, Unioncamere e Movimprese.
“La salute e la solidità delle imprese sarde è stata duramente compromessa negli anni e una “ripresina” non basterà – ha dichiarato Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna -. La Politica regionale, insieme a quella nazionale, avrà il duro compito di ricreare un contesto favorevole alle attività produttive, senza il quale l’inversione di tendenza sarà ardua. Purtroppo, nonostante i
numerosi passi avanti fatti – ha aggiunto – ciò che le Amministrazioni hanno fatto per supportare il tessuto imprenditoriale dei piccoli, dall’Autonomia a oggi, è stato insufficiente. Nella regione dove il 96,6% del comparto produttivo è composto da microimprese fino a 10 addetti – ha proseguito Matzutzi – gli artigiani sardi, ogni giorno, portano avanti le loro idee e il loro business facendo i “salti mortali” per far quadrare i conti, offrire lavoro e creare prospettive di crescita per l’economia regionale. Il tutto fra cronici problemi di rappresentatività, credito, competitività, burocrazia, lavoro, formazione, territorio, ambiente, infrastrutture, energia, trasporti”.
“I segnali di un rallentamento dell’economia ci preoccupano – queste ancora le parole di Matzutzi – quindi sarà fondamentale che il nuovo Governo regionale sia coraggioso e “rivoluzionario” nell’affrontare, con urgenza, le criticità che da troppo tempo sono un freno e un fardello per il nostro sistema regionale. Sarà indispensabile, per questo, riformare l’Amministrazione Regionale anche con la creazione di un Assessorato alle Attività Produttive, tagliare radicalmente la burocrazia, attuare le leggi già esistenti, proporre bandi a misura di piccole e piccolissime imprese, creare strumenti per una vera “fiscalità di vantaggio” e dare nuovamente “dignità di rappresentanza” alle parti datoriali: è necessario ascoltare la voce delle imprese”.
Per Confartigianato Sardegna è importante il rilancio dell’attività degli artigiani con l’approvazione della Legge Urbanistica, con l’apertura dei cantieri e la riqualificazione degli edifici esistenti, del contrasto al lavoro nero e all’abusivismo, dell’allentamento della stretta creditizia bancaria, dell’incremento dei finanziamenti alle imprese e dell’avvio della continuità territoriale merci.
Il compito della nuova Giunta e del Consiglio Regionale, secondo l’Associazione, è anche quello di “svecchiare” e innovare un sistema produttivo che, con l’indotto,offre lavoro a quasi 100mila persone, contribuendo al PIL regionale per il 12,60%.
Per il segretario regionale Stefano Mameli, “In Sardegna, infatti, esistono ormai due mondi artigiani. Il primo è quello che innova, si confronta e cresce mentre il secondo è quello che rimane ancorato agli schermi pre crisi, che è insufficientemente informatizzato, che ha un mercato domestico e che, inevitabilmente, fatica ad andare avanti. Ormai la differenza tra queste due entità è talmente forte che in pratica viaggiano sue due binari divergenti, parlano lingue che faticano a capirsi e quasi non si relazionano – così Mameli – non è solo una questione di età anagrafica ma negli ultimi anni si è sviluppato un nuovo modello di fare impresa e di approcciarsi ai mercati che è necessario condividere il più possibile con tutto il mondo produttivo”.
La situazione dei mercati e della società, a loro modo di vedere, ha accentuato i “mali” storici del sistema imprenditoriale isolano. Tra queste la burocrazia, le tasse, la mancanza di mercato interno, il non saper “far rete” e la mancanza di “collegamento” con istituzioni, politica e pubblica amministrazione.
“Nessuno crede che si possano risolvere i problemi con “bacchetta magica” – ha rincarato Matzutzi – ma in questa Legislatura la politica regionale dovrà aver come primo obiettivo quello di ricreare un contesto favorevole alle attività produttive, senza il quale l’inversione di tendenza sarà ardua. E quindi ripartire anche dalla formazione e dal sostegno alle attività produttive”.
Sempre secondo Confartigianato, la Sardegna che produce non potrà mai esprimere tutto il suo potenziale se non si allineeranno i percorsi formativi alle esigenze delle aziende e se non si favorisce l’inserimento dei giovani nelle imprese artigiane.
Tra le soluzioni da adottare, secondo l’Associazione artigiana, la promozione di corsi, teorici e pratici aggiuntivi rispetto a quelli già previsti nei Piani regionali di formazione professionale da realizzare nelle Botteghe Scuola, adottare il Piano regionale di rilevazione dei fabbisogni professionali delle imprese, con tempi certi e brevi per l’erogazione della formazione, anche tramite voucher, e “ripensare” l’apprendistato con un maggiore coinvolgimento dell’imprenditore ed una formazione teorica finanziata più mirata sul settore e sulle esigenze delle imprese, anche tramite forme simili al praticantato nelle professioni.
“Sulla realizzazione, o meno, di tutte queste necessità artigiane, vigileremo come sempre abbiamo fatto – continuano Matzutzi e Mameli – tutto verrà monitorato attraverso il “Rating”, il misuratore degli impegni della Politica di Confartigianato Sardegna nei confronti delle aziende”.
Così come aveva già preannunciato, Confartigianato monitorerà quotidianamente l’attività del Presidente, degli Assessori e dei Consiglieri “Attraverso un vero e proprio sistema di controllo “ad personam” indipendente e certificato, con il quale il sistema produttivo artigiano potrà controllare e valutare la qualità dei comportamenti politici dei nuovi Amministratori regionali”.
“Tale progetto, sottoscritto dal Presidente Solinas e da 13 Consiglieri eletti – concludono Presidente e Segretario di Confartigianato Sardegna – servirà ad attivare un percorso di dialogo stabile e costruttivo tra Confartigianato e Regione per pesare, comunicare e valutare i benefici derivanti dalle decisioni e dalle politiche regionali per le attività artigiane e il territorio”.