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"Bene le riaperture, siamo pronti a iniziare di nuovo il nostro lavoro rispettando tutti i protocolli imposti dal Governo, ma chiediamo che anche i nostri colleghi che dispongono di poco spazio siano aiutati per equità sociale". Sono le parole del presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, e del rappresentante Fipe Sud Sardegna, Emanuele Frongia, che accolgono favorevolmente l’ipotesi di riaprire anche i locali dal 26 aprile in poi.
Rimane un’incognita su ciò che accadrà nell’Isola, se si considera che la Sardegna rimarrà in zona rossa almeno fino al 25 aprile, secondo l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. "La voglia di lavorare è tanta e proseguiremo sulla stessa strada che abbiamo seguito in altre occasioni, ovvero massimo rispetto delle regole", precisa Bertolotti, che chiede anche "un aiuto per chi ad esempio non dispone uno spazio interno tale da poter rispettare le distanze di sicurezza, che pare possano essere ampliate da uno a due metri".
"Molti locali, soprattutto del centro storico e delle piccole realtà - aggiunge Frongia -, hanno dimensioni ridotte, tali da non poter certamente permettere ai titolari di rialzare le serrande dopo un periodo di chiusure forzate che si protrae ormai da troppo tempo. La situazione è diventata insostenibile e i nostri colleghi rischiano di dover mandare all’aria una vita di sacrifici, per questo motivo ci appelliamo al Governo".
"La soluzione più equa sarebbe quella di prevedere ristori aggiuntivi e se la strada che si vuole seguire è quella di prediligere gli spazi esterni - conclude -, è necessario fare uno sforzo concettuale e pratico per chi non gode di aree all’aperto".